Letteratura
Un rottame
La strada è in forte pendenza e il rifugio è ancora lontano.
Ma il tempo è bello e il mio passo è spedito.
Il fatto di riuscire a camminare in scioltezza, sorpassando ogni tanto, lungo il sentiero, qualche altro camminatore, magari più giovane di me, mi mette di buon umore.
Poi, verso mezzogiorno, un signore che, ad occhio, avrà almeno vent’anni più di me, mi sorpassa agevolmente e, nel giro di pochi minuti, mi lascia indietro di alcune centinaia si metri.
“Tutto è relativo”, penso, “credevo di essere in grandissima forma, ma, evidentemente c’è qualcuno che lo è molto più di me. E non ho neanche la scusa di essere più vecchio di lui…”
Verso l’una e mezza arrivo al rifugio.
Chiedo un tavolo per pranzare e, mentre leggo il menù, vedo che, seduto al tavolino vicino al mio, insieme con un gruppo di amici, il mio “competitor” sta finendo di mangiare.
Ad un certo punto, a quel tavolo, qualcuno propone un brindisi.
Apprendo così che il signore dal passo veloce compie oggi 85 anni.
Piovono su di lui complimenti di tutti i tipi, la maggior parte dei quali dedicati alla sua forma fisica.
Lui a quel punto si alza in piedi, con il calice in mano, e, dopo aver ringraziato gli amici, si schermisce:
“Forma fisica? Magari! Fino a 80 anni il mio corpo ha funzionato meravigliosamente. Poi, cinque anni fa, dopo quell’incidente che sapete, è iniziato il mio declino. E adesso sono il rottame che vedete.”
Inutile aggiungere che mi è passato il buon umore.
E, un po’, anche l’appetito.
Ordino solo una mestissima zuppa di farro.
“Surclassato da un rottame”, penso
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