Letteratura

Tre anni senza Umberto Eco: rinnamorarsi del Sapere

19 Febbraio 2019

Cosa sarebbe, il Sapere, se all’uomo fosse dato di essere immortale? Quanta conoscenza sarebbe in grado di connettere, quanta umana comprensione sarebbe in grado di esercitare nel discernere le informazioni e ripulirle dalle proprie credenze, quanta pace sarebbe in grado di raggiungere nell’osservare il fiume della vita che scorre sempre più limpidamente, come un amico conosciuto?

A tre anni dalla scomparsa di Umberto Eco, raccogliamo qui dieci sue riflessioni sul Sapere: come trovarlo, come innamorarsene e come diventare “immortali”. Perché la lettura, “è immortalità all’indietro”.

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● Di qualsiasi cosa i mass media si stanno occupando oggi, l’università se ne è occupata venti anni fa e quello di cui si occupa oggi l’università sarà riportato dai mass media tra vent’anni. Frequentare bene l’università vuol dire avere vent’anni di vantaggio. È la stessa ragione per cui saper leggere allunga la vita.

● La scuola deve insegnare ad analizzare e discutere i parametri su cui si reggono le nostre affermazioni passionali.

● L’eredità fondamentale dell’illuminismo sta tutta qui: c’è un modo ragionevole di ragionare e, se si tengono i piedi per terra, tutti dovrebbero concordare su quello che diciamo, perché anche in filosofia bisogna dare retta al buon senso. […] Il buon senso ci dice che ci sono casi in cui possiamo concordare tutti su come vadano le cose.

● Penso che il mondo sia un enigma benigno, che la nostra follia rende terribile perché pretende di interpretarlo secondo la propria verità.

● Cos’è la filosofia? Scusate il mio conservatorismo banale, ma non trovo ancora di meglio che la definizione che ne dà Aristotele nella Metafisica: è la risposta a un atto di meraviglia.

● La bellezza del cosmo è data non solo dalla unità nella varietà, ma anche dalla varietà nell’unità.

● Il problema della Stupidità ha la stessa valenza metafisica del problema del Male, anzi di più: perché si può persino pensare (gnosticamente) che il male si annidi come possibilità rimossa del seno stesso della Divinità; ma la Divinità non può ospitare e concepire la Stupidità, e pertanto la sola presenza degli stupidi nel Cosmo potrebbe testimoniare della Morte di Dio.

● Le opere letterarie ci invitano alla libertà dell’interpretazione, perché ci propongono un discorso dai molti piani di lettura e ci pongono di fronte alle ambiguità e del linguaggio e della vita.

● Quello dell’identità europea è un problema antico. Ma il dialogo tra letterature, filosofie, opere musicali e teatrali esiste da tempo. E su di esso si fonda una comunità che resiste alla più grande barriera: quella linguistica.

● Bisogna incominciare pensando che tutti gli altri siano migliori di noi, poi evolvere poco a poco, avere i primi dubbi verso i quaranta, iniziare la revisione tra i cinquanta e i sessanta, e raggiungere la certezza mentre si marcia verso i cento, ma pronti a chiudere in pari non appena giunga il telegramma di convocazione.

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