Letteratura
Tetra: il racconto italiano si fa in quattro
Il racconto ha sempre rappresentato una sfida per il mondo editoriale italiano. Nonostante un panorama piuttosto articolato di riviste – cartacee e on line – dedicate al genere, non sono molte le case editrici che nel tempo hanno tentato questa strada, a differenza del mondo anglosassone, nel quale la forma breve ha da sempre un’importante tradizione. Impossibile quindi non salutare con favore la nascita di Tetra, nuova casa editrice nata da un’idea di Danilo Bultrini e Luca Verduchi, già editori di Alter Ego, per la direzione editoriale di Roberto Venturini, editor e scrittore.
Tetra proverà a restituire la complessità del panorama letterario contemporaneo, nazionale e internazionale, proprio a partire dalla forma racconto, proposto non in silloge, ma singolarmente, come opera a sé stante. I volumi, curati nella forma, con una veste grafica molto ricercata e copertine realizzate con la tecnica del collage per rimarcare ciò che Tetra si pone come obiettivo, ovvero unire voci differenti per raccontare la complessità e il fascino del mondo contemporaneo, verranno pubblicati con una cadenza particolare. Quattro volte l’anno, il quattro del mese, Tetra porterà in libreria quattro racconti di quattro scrittrici e scrittori diversi, al prezzo di copertina di quattro euro l’uno. Un’impegno per la diffusione della lettura, al di là di possibili limiti economici o di tempo. Tetra infatti vuole portare avanti una proposta attuale, legata a un mondo in cui i tempi di vita spesso non consentono alle persone di dedicare grande spazio alla lettura e, allo stesso tempo, la crisi economica incide in modo importante sulle possibilità di spesa in cultura. Offrire una proposta di alto livello a tutti: un percorso di forte impegno che compie oggi il primo passo con l’uscita in libreria dei primi quattro racconti a firma di Andrea Donaera, Paolo Zardi, Emanuela Canepa e Valerio Aiolli.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con il direttore editoriale Roberto Venturini per capire meglio lo spirito di questo progetto.
Da cosa nasce l’idea di questa nuova casa editrice?
L’idea nasce dalla mente brillante di Danilo Bultrini e Luca Verduchi in virtù della volontà di affrontare una sfida, quella di edificare una specie di arena, uno spazio d’incontro, capace di accogliere alcune delle voci più interessanti dell’attuale panorama letterario italiano, con l’intento di offrire una cartina tornasole del mosaico della scena contemporanea italiana, attraverso un espediente, ovvero la forma racconto. Non sillogi, ma singoli racconti, in volumi dal prezzo contenuto, curati nella veste grafica e materiale, numerati, per dare attenzione anche al collezionismo. Si tratta di un modo per lanciare una sfida ai lettori e alle lettrici di ogni ceto sociale, per coinvolgerli di più.
Il racconto è un genere spesso guardato con diffidenza dalle case editrici in Italia, ufficialmente per ragioni di mercato. Eppure nel mondo indipendente, legato anche alle riviste on line specializzate, è ricco di proposte narrative in forma breve. La vostra è una scommessa su questo nuovo pubblico quindi?
Certo, concordo: in Italia il racconto gioca un ruolo di secondo piano nella scacchiera editoriale. I grandi marchi poco se ne occupano, questo però risulta abbastanza incomprensibile, soprattutto se guardiamo oltreoceano, in America ad esempio, e ci rendiamo conto di come il racconto breve sia assolutamente apprezzato dai lettori. La sfida di Tetra è quindi quella di offrire un prodotto che vede come protagonisti quegli autori in forma breve che, secondo noi, rappresentano l’eccellenza nel panorama letterario italiano.
Il formato breve può essere, a tuo parere, anche un incentivo alla lettura per chi, per ragioni di tempo ad esempio, percepisce come troppo “onerosa” l’attività di lettura di un’opera di più ampio formato?
Il racconto breve si presta a una fruizione che non è, non dico immediata, ma quasi. Nel contesto storico culturale in cui viviamo è, come lo yogurt, altamente digeribile ed è uno stimolo per tutti; ti parlo sia da autore che da lettore. Per quanto mi riguarda il racconto breve è la pillolina che sblocca il mio blocco del lettore e come autore parimenti l’esercizio della scrittura del racconto breve è un ottimo viatico per liberarsi dal blocco dello scrittore. Stimola sia il versante creativo, che quello della fruizione.
La serialità ha qualche modo influenzato, a tuo parere, l’approccio del pubblico alla forma narrativa breve?
Mi ripeterò ma è nel dna del lettore italiano una certa propensione per il racconto breve. Assolutamente in questo contesto storico la serialità ha ancora di più allenato le lettrici e i lettori a questo genere letterario.
Come avete selezionato le prime proposte in collana?
Agli autori a cui abbiamo proposto di aderire al progetto non abbiamo dato nessuna linea editoriale: massima liberà, ma sopratutto il diritto di divertirsi a scrivere un racconto breve. Ti dico soltanto che alcuni importanti autori che hanno aderito sono alla loro prima esperienza con la forma breve. Come li abbiamo coinvolti? Questa è la sola line editoriale data. Ho cercato di mescolare alcune voci più strutturate nel tempo, autori con alle spalle molte pubblicazioni con importanti case editrici, con voci che si stanno facendo prepotentemente spazio nel panorama culturale e letterario italiano. Da Andrea Donaera a Paolo Zardi da Antonio Moresco ad Alfredo Palomba, Ilaria Gaspari, Romana Petri Giorgia Tribuiani, Valeria Viganò, sono alcuni degli esempi per far capire che la linea editoriale è questa, quella di cercare anche una sorta di collegamento fra alcuni maestri e alcune delle voci più interessanti degli ultimi anni.
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