Letteratura
Sickrose, una spy story ci porta nella fabbrica dei troll russi pro-Trump
“Figlie mie, non posso farvi crescere in un modo così corrotto, ho il dovere di proteggere voi e gli altri bambini”. Tutto comincia, in un moderno e assolato mezzogiorno di fuoco, quando un devoto padre di famiglia con baffi rossi finti e fucile automatico fa irruzione in una pizzeria di Washington. Pronto a sterminare la gang di pedofili che – ritiene – agisca indisturbata nell’ombra dello scantinato. Agli agenti che lo ammanettano replica stravolto: “Perché prendete me? Che razza di mostri siete?”.
L’ormai celebre Pizzagate a stelle e strisce, con le deliranti teorie su pedofilia e riti satanici da retrobottega organizzati da politici Democrats, finito a un millimetro dalla strage, è stato il preambolo delle teorie del complotto costruite e diffuse da una “fabbrica di troll” per influenzare le elezioni americane. Ed è il punto di partenza del nuovo Segretissimo Mondadori in edicola: “Sickrose. Sicaria”, firmato da Francois Torrent (pseudonimo di Andrea Carlo Cappi, poliedrico e prolifico scrittore milanese). Un gioco di specchi dove una società criminale segretissima, la Crossroads International – in cui è facile riconoscere l’organizzazione di estrema destra trumpiana Qanon – punta a destabilizzare il (recente) voto per la Casa Bianca dopo avere infiltrato ai massimi livelli Cia, Fbi e persino il Congresso.
Dietro le quinte, remota e ambigua, c’è Danika ex agente russa che si è costruita in rete la falsa (e carismatica) identità di Z. Attraverso cui – su Twitter, Instagram, Telegram, FB – arringa, istruisce e motiva ragazzetti pronti a partecipare a un campo di sopravvivenza (già usato dal Ku Klux Klan) per imparare a uccidere nel nome della civiltà a stelle e strisce. Ma il tratto distintivo della Crossroads è l’azione in stile hollywoodiano: per costruire uno “storytelling” da suprematisti bianchi arruola gli addetti ai lavori: sceneggiatori dell’industria cinematografica e tecnici degli effetti speciali specializzati in pellicole horror, tutti dirottati sul filone della propaganda e delle fake news. Divertente? Non quando un bambolotto-robot con le sembianze di neonato viene filmato durante un finto rito di vampiri satanisti con l’obiettivo di screditare un noto regista troppo Democratico.
A seguire le webprints di Danika, è un’altra donna: Rose Kerr detta “Sickrose”, algida killer professionista, insieme a un gruppo di rogue agents della Cia. Grazie alla diserzione di un hacker della Crossroads, nome in codice “Fireman”, l’una caccia l’altra: da San Pietroburgo a Miami, dall’Idaho a Capitol Hill, dagli inseguimenti sui Suv alle sparatorie tra mercenari cubani, spetsnaz russi e gang della mafia. Al netto però della giusta dose di pallottole a bruciapelo e irruzioni in case sicure, il romanzo è un apologo su quanto il mondo sia andato vicinissimo a delegare a modalità oscure l’elezione del suo uomo più potente.
Goccia (di veleno) dopo goccia, Z rivela ai suoi seguaci la spaventosa cospirazione, che va ben oltre il Pizzagate, ordita dalla Congrega del Deep State (individuabile in filigrana nei sostenitori di Joe Biden). Ritagliandosi il ruolo del patriota che sostiene l’eroe della luce, ovvero il presidente in carica (indovinate quale). Z dissemina briciole contro i liberal, i gruppi pro-aborto, a volte gli ebrei: inventa un fantastico videogame per movimentare la routine rurale dell’americano medio. Che, entusiasta, diffonde la buona novella ad amici e familiari, crea post, conia hashtag, et voilà: lo storytelling è servito. Z, agente speciale in missione per conto di un Dio molto conservatore, ha in serbo per tutti il Grande Risveglio: e se a fermarla provvede Sickrose, letale anti-eroina di carta, bisogna essere consapevoli che nel mondo reale non basterà.
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