Letteratura

“Se me lo dice la ditta…”

21 Ottobre 2017

Arriva sempre tardi al self service, quando quasi tutti gli altri clienti sono rientrati o stanno per rientrare negli uffici. Sceglie i piatti con cura.
E’ sempre stato un uomo meticoloso, un ragionatore attento.
Cerco di calcolare quanti anni può avere. Sono sempre calcoli che mi danno qualche vertigine.
E anche un po’ di sgomento.

“Quindi, vediamo– dico tra me e me- nel 1990 lui era il Responsabile Tecnico dell’Azienda e stava per andare in pensione, quindi aveva sessant’anni o li stava per compiere. Adesso ne avrà come minimo 85″.

Ogni volta che mi capita di vederlo, sono incerto se disturbarlo o no.
Decido che è la volta buona.
Prendo anch’io qualcosa da mangiare, poi vado a sedermi di fronte mio ex collega.
Appena seduto gli dico: “Che piacere rivederla, ingegnere!”.

Mi guarda sorpreso.
Però ricorda subito chi sono, anche se non ci vediamo da una vita.
Non gli viene in mente il mio nome, si capisce, ma anch’io ho dovuto fare uno sforzo per ricordare il suo.
Mi chiede  se ho notizie di come vadano le cose nell’azienda in cui lavoravamo entrambi (però non dice “azienda” dice “ditta”, all’uso triestino).

L’accento e il dialetto triestini non li ha persi per niente, anche se ormai sono cinquant’anni che vive a Venezia.
Ricordo un suo modo di esprimersi diventato un tormentone tra noi (allora) giovani laureati del personale.
Diceva sempre “Se la ditta me disi” (se me lo dice la ditta)
Era il suo modo per riconoscere, asburgicamente, la necessità di attenersi rigorosamente alle indicazioni del Vertice.
Ma anche il suo modo garbato per far capire che lui, uomo razionale e pratico, avrebbe forse deciso qualcosa di diverso.
Parliamo un po’ del più e del meno.
Poi, quando mi accomiato da lui, gli dico:
“Lo sa, ingegnere, che c’è una frase che lei mi ha detto una volta che non posso fare a meno di ricordare – e citare- ogni tanto?”

Sorride ironico : “Ah si’? E quale sarebbe ‘sta frase?
“Lei mi ha detto un giorno che tutti gli uomini sono dei vettori: sempre in attesa di qualcosa, direzionati da qualche parte”
Beve l’ultimo sorso di vino, poi si alza dal tavolo e mi dice:
“Posso offrirle il caffè?”

 

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