Letteratura
Ricordando Giorgio Gaber
I
Bastava un mio sguardo
per farti arrossire,
ragazzo! (io pure stupivo
del mio arrossente potere,
nuvolosa ragazza silenziosa).
E se poi tentavamo carezze
come forte accelerava il cuore,
come zitti ci mancavano parole:
una sottile pena, una quasi paura
di far male.
Lontano primissimo
amore, e gentile.
II
A poco a poco
mi sono innamorata.
Poco pensandoci, solo
pensandoci: quasi per gioco.
Così felice appena sveglia!
Che non poteva essere un gioco
l’ho poi capito a poco a poco.
III
Un secolo è passato
ma ci sono ancora dentro,
col pensiero e non solo.
Rivedo il tuo cortile, te affacciato
alla ringhiera; il prato
dove mi sdraiavi, il cinema
dei baci, un lungo viale.
«Adesso basta», hai detto poi.
Non ho capito allora,
né in questa sera
rimasta uguale, senza di noi.
Omaggio a Giorgio Gaber, con versi tratti da Non arrossire, Così felice, Porta Romana.
(In Rime e varianti per i miei musicanti, Marco Saya Editore, Milano 2020)
Immagine di copertina: Giorgio Gaber, Rome, Italy, 1982. (Photo by Luciano Viti)
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