Letteratura

L’esaurimento dei libri. L’arcano libraio di Ragagnin

31 Maggio 2015

Non il mestiere del libraio, ma l’essere libraio. Una condizione dell’essere che Luca Ragagnin con abilità e grande sensibilità rappresenta nel suo romanzo fiume Arcano 21 (Del Vecchio Editore, 2015). Quindi non il senso di un mestiere, ma – seppur con tutto il disincanto del caso e anche lo humour necessario – la vocazione per un luogo e per un mondo, quello dei libri e delle librerie che ha i suoi piedi ben piantati nella realtà dei lettori o di chi ambisce ad esserlo.

Arcano 21 ha l’ambizione e la forza del romanzo di formazione; ha la straordinaria la capacità d’integrare in una scrittura raffinata ed elegante una struttura romanzesca non banale e a tratti sperimentale. Luca Ragagnin non si limita a raccontare una nostalgia o a formulare il dolente canto per un mondo in grave trasformazione se non in sfinito esaurimento, ma racconta l’allegria della scoperta a fianco alla delusione verso quel mondo da cui i libri provengono.

Il racconto vive infatti sospeso tra la sognante realtà della libreria fatta di contabilità come d’incontri casuali sorprendenti, sia con i lettori sia con i libri; e la triste ottusità del mondo intellettuale che dovrebbe sovrintendere quello editoriale. Un mondo spesso allagato dal narcisismo e dai birignao fuori tempo massimo di poveri cultori di se stessi, esclusivi esponenti di un mondo in auto esclusione.

Il romanzo scorre così velocissimo tra delusioni e rivincite attorno alla figura di un protagonista, vero eroe dei nostri tempi (nel senso più classico) che all’interno di una storia che rivela tutte le contraddizioni di un’epoca in radicale cambiamento tra crolli e speranze di novità, tiene il passo e cresce tra realtà e letteratura quale ultimo argine alla confusione.

Luca Ragagnin scrive un libro dalla forza narrativa non comune partendo da un punto di vista piccolo e spesso banalizzato, quello delle librerie e dei librai, dei libri e dei lettori. Luoghi e attori paradigmatici di un secolo ormai chiuso, ma proprio per questo generatore di un orizzonte infinito di meraviglia e stupore.

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