Geopolitica
Rabat Capitale mondiale del libro 2026
In questi giorni, l’Unesco ha designato Rabat la “Capitale mondiale del libro” per l’anno 2026. Una conferma dell’impegno del Marocco nella promozione della cultura e nella democratizzazione della conoscenza, in conformità con le Alte Direttive di Sua Maestà il Re Mohammed VI.
Un riconoscimento che premia il Marocco ma al contempo merita una più approfondita analisi. Tale riconoscimento non è solo un atto simbolico.
Il Marocco è la terra della sapienza, a Fez ha sede la più antica università del mondo seguita in ordine cronologico dall’Università degli Studi di Parma (fondata nel 962 ), dall’Università di al-Azhar del Cairo, in Egitto (fondata nel 975), e dall’Università di Bologna (1088). A Fez si formò anche Gerberto di Aurillac, futuro Papa Silvestro II, che grazie proprio al contatto con la cultura arabo islamica riportò in Europa gli strumenti per la misurazione del tempo e degli astri.
Il Marocco, terra del libro, se con questa parola intendiamo il “Libro” per eccellenza, ovvero la parola del Misericordioso. Terra del nobile Corano, della Bibbia e della Torah che come insegna l’islam non sono libri in contraddizione e che coesistono in Marocco da sempre.
Questo riconoscimento dell’Unesco non è solo un’atto formale, è il riconoscimento ad una Nazione fondata sul Libro e sulla straordinaria capacità che in essa è contenuta di salvare la cultura e con essa conciliare i popoli e le tradizioni.
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