Letteratura
Questione di privacy
Parlottano in un angolo dell’osteria davanti ad un bicchiere di bianco.
Lei è inglese, la conosco di vista, ogni tanto si china ad accarezzare la sua cagnetta.
Lui è italiano, di una decina d’anni più giovane di lei. Alto, bruno, con gli occhi chiari.
Ad un tratto la conversazione si anima.
“Non puoi capire il nervoso”, dice lei, “all’improvviso il pc è diventato lentissimo e molti programmi hanno smesso di funzionare…”
“Ma hai fatto gli aggiornamenti?”
“Ti pare che non li ho fatti? Non so più cosa fare. dovrò portarlo da qualcuno.”
Lui si gratta un po’ la testa, poi dice: “Se vuoi te lo sistemo io”.
“Mi arrangio” risponde lei, tesa.
“Fammi capire qual è il problema, hai paura che apra le tue cartelle?”
“Se fosse?” risponde lei.
“Se fosse, saresti pessima. Come puoi pensare che lo farei?”
“Io lo farei senza scrupoli o rimpianti al posto tuo”.
“Brava! Allora resta con il pc ingrippato” fa lui, alzandosi.
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