Letteratura
Primo incontro
“Finalmente ci si incontra”, dice lei.
“Non pensavo che mi avresti cercato”, risponde lui.
“Tutte le volte che vado a fare un viaggio, ne aprofitto per contattare qualcuna delle mie amicizie virtuali”.
“Beh, era ora che ci conoscessimo di persona: saranno almeno dieci anni che ci incrociamo in facebook”
“Forse di più. Io sono iscritta dal 2009 e tu sei una delle prime persone che ho incrociato”.
Lei non avrà più di cinquant’anni, lui forse ne ha qualcuno in più.
Seduti al tavolino accanto al mio, dopo un primo momento di imbarazzo, cominciano a parlare, cercando di raccontarsi l’uno all’altra.
A parlare è soprattutto lui.
Esprimendosi in maniera che si può definire, volendo essere indulgenti, piuttosto avventurosa: ignora la sequenza soggetto/predicato/complemento, cambia continuamente discorso senza finire quello iniziato, confonde i congiuntivi con i condizionali.
Lei ad un certo punto comincia a fissarlo con un sorriso ironico.
“A cosa stai pensando?”, le chiede lui, interrompendo uno dei suoi racconti.
“Posso farti una domanda indiscreta?”, dice lei.
“Vuoi sapere se sto ancora con la donna di cui ti stavo parlando?”
“No, veramente. Vorrei sapere dove hai imparato l’italiano”.
Lui trasecola: “Che domanda è? Io sono italiano!”
“Quello lo so, la domanda infatti era un’altra”.
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