Letteratura
Poesia | Marco Corsi
STRETCHING, II
è dato che prima dell’invio finale – * si veda christine de pisan e charles d’orléans, ma anche ciò che immutabile ronza all’interno dell’orecchio: «Tu, voce sbigottita e deboletta…» –, prima di entrare con passo deciso nell’ombra, bisogna premere un punto qualsiasi del corpo e lasciare che la vita aderisca alla vita con estrema banalità, evitando l’insorgenza di masse opache e materia inerte nelle periferie del gesto. prima di ripetere l’operazione, provvedere in maniera efficace a rimuovere qualunque traccia di vile impurità dal peso con cui si intende esercitare la pressione, perché nulla ecceda l’armonia newtoniana – simile alla rossa mela / ogni cosa precipita a terra / secondo la sua massa –, nemmeno il dolore. però schiacciare con superbia, come esercitando in nome di dio lo schifo sullo scarafaggio. per puro ribrezzo e senza dignità. al momento del distacco ritrarsi con molta sofisticazione, seguendo l’esempio del giovane caravaggesco morso dal ramarro – il naso arricciato e l’unghia nera. ma cercare assiduamente pietà e conforto per il continuo vento della sera.
[da Stretching, plaquette in preparazione]
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Marco Corsi è dottore di ricerca in italianistica e attualmente si occupa di editoria. Ha dedicato alcuni saggi e approfondimenti a diversi poeti italiani contemporanei, e una monografia all’opera di Biancamaria Frabotta. Sue poesie sono apparse su riviste e blog letterari. Nel 2015 ha pubblicato la silloge Da un uomo a un altro uomo nel Dodicesimo quaderno italiano di Marcos y Marcos, a cura di Franco Buffoni e con una nota di Niccolò Scaffai. È curatore della rassegna “Spazio Poesia” presso il Laboratorio Formentini di Milano. Nel 2017 ha pubblicato per Interlinea la raccolta Pronomi personali.
Con Stretching, II la rubrica Inediti apre la sua ricerca alle nuove prose poetiche.
Foto di Dino Ignani.
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