Letteratura

Poesia, la grandezza nascosta di Lorenzo Calogero

30 Luglio 2024

MELICUCCA’ _ Lorenzo Calogero? “Il più grande poeta italiano del Novecento”. Nei giorni in cui Carmelo Bene aveva tenuto a Bologna lo storico reading “Lectura Dantis” dall’alto della Torre degli Asinelli, davanti a centomila cittadini, il 31 luglio 1981, un anno dopo la strage fascista alla Stazione della città (“Ho dedicato questa serata, da ferito a morte, non ai morti, ma ai feriti dell’orrenda strage” dichiarò al termine della lettura), manifestò l’intenzione di dedicare un recital all’opera di quello straordinario e praticamente semi conosciuto poeta calabrese, scomparso due decenni prima. Testimone ne fu il grecista ed editore Nicola Crocetti che lo riferì al regista e scenografo Nino Cannatà. Ma qualche anno prima, nel 1975, già il Nobel per la letteratura Eugenio Montale, aveva tributato un importante riconoscimento di rilievo nazionale all’opera del poeta calabrese in un articolo apparso su “Il Corriere della Sera”. E, restando in tema, folgorante fu l’encomio del grande Giuseppe Ungaretti:Lorenzo Calogero, con la sua poesia ci ha diminuiti tutti” disse.

Ma è al lucano Leonardo Sinisgalli, poeta, saggista e critico d’arte (nonché documentarista, autore radiofonico, disegnatore e direttore di riviste…), intellettuale sempre diviso tra scienza e poesia, che si deve la scoperta di quel timido uomo del Sud nato nel 1910 a Melicuccà in provincia di Reggio Calabria, un borgo immerso tra la Piana degli ulivi, l’Aspromonte e la Costa Viola. E, per il quale, dal 9 all’11 agosto, tra il suo natio borgo e il comprensorio della città metropolitana di Reggio Calabria si terrà “La Festa della Poesia” con la presentazione di una nuova antologia dello scrittore. Ed è a Sinisgalli che allora lavorava a Roma che Calogero va a chiedere di scrivere una prefazione per il volume “Come i dittici”. Il terzo pubblicato a sue spese come il primo “Ma Questo” del 1955 e il successivo “Parole del Tempo” (1956).

Il grande attore e poeta Carmelo Ben, qui ripreso in una scena da “Pinocchio” sosteneva che Lorenzo Calogero fosse il più grande poeta italiano del Novecento e progettava di fare un recital

Sinisgalli scriverà di Calogero che “vive in una cameretta gelata al quarto piano di una casa anonima. Ha pubblicato a sue spese due volumi nel 1955, e un terzo volume uscirà quest’anno in cinquecento copie presso la casa editrice Maia di Siena. Tutto il mio tempo disponibile, le ore notturne, io le ho dedicate alla lettura di questi versi, tra la fine di dicembre e la fine di gennaio. Non mi rammarico del tempo perduto. Sono, anzi, felice di testimoniare per primo, di aver percorso e scoperto per primo le meraviglie di questo nuovo continente che viene ad allargare il dominio della poesia”.

Perentorio afferma: “Di che qualità sia quest’opera ve lo dirò subito. È un groviglio insensato. Si ha l’impressione che il poeta restituisca nelle sue parole una realtà che vive, muore e rinasce in un soffio. Riesce a dare il senso del moto, di un murmure, di un’animazione, di un brivido, la vita labilissima raccolta in una traccia di parole. È un groviglio qualche volta insensato come un arbusto che geme al vento o il lampo incerto che riusciamo a ritrovare nel brulichio della memoria …”

Poesia di grande respiro quindi, eppure ben restìa ad essere incasellata, codificata, lontana dalle conventicole come dai gruppi sperimentali. Eppure attualissima sul piano della comunicazione.

Lorenzo Calogero è uomo e intellettuale che vive isolato, nella profonda provincia del Sud dove svolge l’attività di medico condotto, con il quale la vita non è stata né tenera né indulgente. Le poche fotografie circolanti lo ritraggono con un grosso cappotto, occhiali dalle lenti spesse quasi fossero degli scudi protettivi e uno sguardo perduto, triste, denso di malinconia. Segnali di una esistenza dolorosa segnata da sconfitte.

(Da “Quaderni del 1936”)

Bellezza sovrumana alza in te i fianchi

e d’ardere desidera tutto il giorno.

Noi nel nostro lavoro di poesia non

facciamo altro che cercare di riattivare

la scintilla del pensiero che in noi non

par spenta perché ci dia riposo nel suo

splendore sovrumano

molte parti

di me sono nel dolore infeconde alla poesia.

Un’immagine del poeta calabrese Lorenzo Calogero ripresa dal volume in uscita “Lorenzo Calogero- Poesia scelte: 1932-1960” edizioni Lyriks a cura di Nino Cannatà, prefazione di Aldo Nove

Invia i suoi versi a riviste e premi letterari ma non c’è nessuno che li pubblica. Neanche quelli del cenacolo letterario “Il Frontespizio” a cui spedisce regolarmente. Nel 1942, il primo tentativo di suicidio. Si spara al cuore, ma viene salvato in extremis. Due anni dopo nasce una intensa corrispondenza epistolare con una studentessa con cui si fidanzerà per cinque anni. E’ un’anima in pena. Legge di tutto: dalla filosofia alla teologia, abbandona i posti di lavoro rifugiandosi spesso a casa della madre. Riprende a scrivere dopo una lunga interruzione nel 1954 inviando, senza avere risposta, i suoi manoscritti all’editore Einaudi (che andrà a trovare sbagliano a Milano, poi a Torino, senza riuscire ad incontrarlo). Dopo una parentesi di un anno come medico condotto in provincia di Siena, torna definitivamente nel suo paese senza cessare di scrivere a poeti e critici affinché recensiscano le sue opere. Viene ricoverato in una clinica. “Villa Nuccia”, nei pressi di Catanzaro a causa di ricorrenti crisi nervose (si innamorerà di una infermiera ma tenterà anche un secondo suicidio). Nel 1957 vince il premio “Villa San Giovanni” ma nonostante ciò non riesce a pubblicare. In questo periodo scrive le poesie della raccolta “Sogno più non ricordo”. Il 25 marzo 1961 il suo corpo senza vita venne trovato in casa. In un biglietto la scritta. “Vi prego di non essere sotterrato vivo”. L’anno dopo l’editore Lerici pubblicherà una selezione di poesie nei due volumi “Opere poetiche” nella collana “Poeti europei”. E nascerà un caso letterario.

(da “Ma questo”, “Opere Poetiche”).

Già pallide chiome
su ripidi abissi muovono
le isole dei vulcani
e il fresco capelvenere
nasconde le alme contrade.

Conosco il riposo dei riflessi rettilinei
e un fuoco nel grembo si accende
come una nuvola nell’immenso.

Tu soffri gli arsi richiami
che ti manda dallo spazio
un effluvio verde e tracci
gli aspri rami della vita nel silenzio
in un gomitolo che si sperde.

I nomi di Crocetti, Sinisgalli e Cannatà ricorrono spesso quando si parla di Lorenzo Calogero anche perché sono coloro che da subito hanno creduto e dato il giusto valore all’opera dello sfortunato poeta calabrese. Nino Cannatà in particolare oggi firma assieme allo scrittore Aldo Nove la direzione artistica della Festa della Poesia dove interverranno diversi poeti a rendere omaggio a Calogero nella sua Melicuccà. Ma non solo. In particolare è il curatore, con la prefazione di Aldo Nove e la traduzione in inglese e postfazione di John Taylor dell’antologia “Lorenzo Calogero-Poesia scelte 1932-1960”, edita da Lyriks. Il volume aggiornato e illustrato con fotografie dei manoscritti e dei disegni del poeta, con liriche, riflessioni in prosa inedite, tratte dai quaderni del 1936 e del 1957 verrà presentata in prima assoluta l’11 agosto. La copertina del libro graficamente contiene una “cancellatura” originale dell’artista concettuale e poeta Emilio Isgrò dedicata a Calogero.

Dopo un lungo lavoro durato oltre venti anni Nino Cannatà ha curato il sito web dedicato al poeta e allestito l’opera video e teatrale “Città fantastica, il lungo canto di Lorenzo Calogero” in collaborazione con Carlo Emilio Lerici: un adattamento dei testi del poeta di Melicuccà e l’interpretazione degli attori Roberto Herlitza e Lydia Mancinelli, attrice che a lungo ha lavorato con Carmelo Bene.

Una veduta di Melicuccà  immersa nella Piana degli Ulivi tra l’Aspromonte e la Costa Viola. In questo borgo dal 9 all’11 agosto si terrà “La Festa della Poesia” dedicata a Lorenzo Calogero

“Progetto Calogero”. Attraverso lo studio e la selezione dei materiali contenuti nelle copie dei quaderni manoscritti del poeta di Melicuccà, e di un gruppo di altri quaderni trascritti e curati dalla nipote, Lucia Calogero, e consegnati a Cannatà dal fratello del poeta, Francesco, nel 2006 è nato il “Progetto Calogero”, che ha avuto nel tempo la collaborazione di Caterina Verbaro, Roberto Roversi, Gianni Scalia, la Fondazione “Leonardo Sinisgalli”, e di riviste come “Nuovi Argomenti “con Enzo Siciliano e “Poesia” di Nicola Crocetti. Nel 2008 la medaglia di riconoscimento inviata dal Presidente della Repubblica in occasione delle celebrazioni tenute negli anni 2010-11.

“La Festa della Poesia”, nata in collaborazione con la Fondazione “Leonardo Sinisgalli” vede la partecipazione anche di Rubbettino editore, del Comitato Franco Costabile 100, del Comitato 100 Strati, della Galleria d’Arte Ellebì, di Calabria Digital. Tra gli ospiti in programma durante la rassegna, oltre allo stesso Aldo Nove anche: Tiziano Scarpa, Vivian Lamarque, Gilda Policastro, Nicola Crocetti, Michele Caccamo, Giancarlo Cauteruccio, Vittorino Curci, Franca Mancinelli, nonché poeti, musicisti e attori.

“La Festa della Poesia” -ha dichiarato il direttore artistico Nino Cannatà -vuole essere un omaggio corale a Lorenzo Calogero, momento di incontro e confronto sull’immensa sua poesia nella natìa Melicuccà. Un’occasione per avvicinarsi sempre più a quello che è stato definito “un canzoniere amoroso”, un lungo canto, un poema straordinario se valutiamo nel suo insieme l’intera opera poetica. Allo stesso tempo vi è la possibilità di scoprire da vicino il genius loci, i luoghi più cari al poeta tutti altamente simbolici e carichi di suggestione”.

E Nove aggiunge: “La poesia è di tutti. Riscoprire assieme l’immenso dono che si cela nei versi di Lorenzo Calogero è l’occasione per una grande festa della poesia che non può non coinvolgere chiunque ami la bellezza”.

Palazzo Capua dove si terranno molti eventi della Festa della Poesia dedicata al poeta calabrese Lorenzo Calogero nel comune di Melicuccà. Ad agosto tre giornate intense di incontri e spettacoli

Per Leonardo Sinisgalli, che ha parlato di “poetica dell’arabesco”, “il poeta di Melicuccà coglie le gradazioni simbolico-cromatiche del cosmo attraverso il suo personale paesaggio interiore, tra le influenze ermetiche (Ungaretti, Luzi) e la distensione anti novecentista del verso (Saba, Penna, Bertolucci)”. Non c’è quindi “più bisogno di definire Calogeroil nuovo Rimbaud italiano” per restituirgli l’attenzione che merita, né è necessario, per far luce sulla sua poetica, metterlo in relazione con i grandi poeti d’oltralpe come Hölderlin, Dickinson, Celan, con i quali, in ogni caso, si possono individuare collegamenti ideali molto forti”.

Si parte il 9 agosto alle 16,30 a Palazzo Capua, con i saluti istituzionali e una lettura interculturale.

Dalle 17,30, “Ora zampilla / la tua ombra rapida sul nulla” – La poesia visionaria di Lorenzo Calogero al limite tra il giorno e la notte” con Gaetano Marchese, psicanalista e poeta. Segue un “Discorso sul “pensiero poetante” del filosofo Gianfranco Cordì. Alle 18 il poeta Michele Caccamo parlerà di poesia come “La cosa più bella che ci sia”.

Dalle 18,30, ex chiesa di San Rocco: Omaggio a Saverio Strati nel Centenario della nascita con Giancarlo Cauteruccio, regista e drammaturgo teatrale e Luigi Franco direttore editoriale Rubbettino.

Dalle 19,30, presso la Sala Calogero, a Palazzo Capua: su “Lorenzo Calogero a Melicuccà”, intervengono il glottologo Paolo Martino, lo scrittore e saggista Natale Pace e la poetessa Vincenza Armino.

Dalle 21 a Torre Dell’Orologio: “D’assoluto silenzio – dentro la poesia di Lorenzo Calogero” è il recital plurilingue del poeta Daniel Cundari.

21,30: “Il sacrificio del poeta. Intorno a Lorenzo Calogero. Tra performance e racconto, riflessioni sulla vicenda umana e letteraria del grande poeta calabrese” a cura di Sergio Bertolino poeta, cantautore e direttore della rivista “Avamposto” e letture dell’attrice e poetessa Cinzia Messina.

Ore 22, ex chiesa di San Rocco: Teresa Martino interviene su “Una ricognizione della critica su Lorenzo Calogero”.

Dalle 22,30, ex chiesa di San Rocco: Zino. “Una storia d’amore”, anteprima del trailer del documentario di Tiziana Bianca Calabrò, Elisa Polimeni, Eleonora Uccellini. Le autrici dialogheranno con Marisa Monterosso. Letture poetiche a cura di Vittoria Oliveri.

A seguire, “Unplugged per Lorenzo Calogero”, con musiche di Fabrizio Canale, chitarra e voce.

Due pagine con la scrittura fitta fitta tratte dai numerosi quaderni in cui il poeta Lorenzo Calogero annotava le sue impressioni e scriveva i suoi  straordinari versi rimasti sconosciuti per tanto tempo

10 Agosto

Dalle 9 alle 19, “I luoghi dell’anima”, omaggio a Lorenzo Calogero. Estemporanea di pittura nel borgo di Melicuccà, a cura di GalatroArte.

Alle 17,30, alla Sorgente Rimatisi, “Nessuno verrà a liberarti”, lettura teatrale del drammaturgo Aldo Coloprisco.

Dalle 18, alla ex chiesa di San Rocco: “I grandi poeti di Calabria”, Omaggio a Franco Costabile nel centenario della nascita. Sarà presentata l’antologia “Franco Costabile – La rosa nel bicchiere – Tutte le poesie”, con prefazione di Aldo Nove, a cura di Giovanni Mazzei e Luigi Franco, di Rubbettino. Letture a cura di Sabrina Pugliese e musiche di Luigi Morello, chitarra e voce.

Dalle 19, presso l’ex chiesa di San Rocco, Bosco, “Sottobosco e Ultrabosco, il visibile e l’invisibile nella poesia di Lorenzo Calogero”, a cura del microbiologo e poeta Francesco D’Aleo.

Dalle 19,30 a Palazzo Capua,” Il Premio “Villa San Giovanni” a Lorenzo Calogero nel 1957, con Marcella Calì.

Dalle 19,45 a Palazzo Capua, “Una proposta d’amore – la poesia di Lorenzo Calogero nelle scuole”, con Giusy Staropoli Calafati, scrittrice.

Dalle 20, nella terrazza di Palazzo Capua, la Premiazione degli artisti della estemporanea di pittura con il sindaco di Melicuccà, Vincenzo Oliverio e GalatroArte.

Dalle 21,30, ex chiesa di San Rocco: “Profittevoli esempi di vizio e di virtù – omaggio a Lorenzo Calogero”, con lettura scenica di Tiziano Scarpa, poeta, scrittore, performer.

Dalle 22, ex chiesa di San Rocco, “Perpendicolarmente a vuoto – Omaggio a Lorenzo Calogero” con Mute profondità, Vittorino Curci, sax e voce recitante, Gianni Console, sax ed elettronica, Walter Forestiere, batteria, feat. Maria Elena Romanazzi, cantante.

Disegni e versi del poeta Lorenzo Calogero tratti dalla nuova antologia curata da Nino Cannatà e pubblicata da Lyriks “Lorenzo Calogero – Un’orchidea ora splende nella mano. Poesie scelte 1932-1960” che sarà presentata a Melicuccà

11 Agosto

Dalle 17, alla Sorgente Rimatisi, “Un poeta da ricordare”, con Paola Bonadies, poetessa, musiche di Daniele Moraca, chitarra e voce.

Dalle 18, presso l’Ex Chiesa di San Rocco, “In ascoltazione dell’Eterno – per Lorenzo Calogero”, con la poetessa Franca Mancinelli.

Dalle 18,30, a Piazza Tocco, presentazione nazionale dell’antologia “Lorenzo Calogero – Un’orchidea ora splende nella mano, Poesie scelte 1932-1960”, con prefazione di Aldo Nove, nella traduzione inglese e con la postfazione di John Taylor, con un’originale copertina d’artista di Emilio Isgrò, a cura di Nino Cannatà, edizioni Lyriks 2024. Con la partecipazione di Mimmo Sammartino e Biagio Russo, presidente della Fondazione “Leonardo Sinisgalli”.

Dalle 19,30, presso l’ex Chiesa di San Rocco: “La divulgazione della poesia del Novecento”, con Nicola Crocetti, grecista, traduttore, editore di Poesia Crocetti.

Dalle ore 20 presso l’ex chiesa di San Rocco: “L’amore mio è buonissimo! 50 anni di immensa poesia”, con Vivian Lamarque, poetessa, vincitrice del Premio Strega Poesia 2023.

Dalle 21 a Palazzo Capua: “E, soprattutto, fatti trovare” lettura performativa, di Gilda Policastro poetessa, romanziera e critica.

Dalle 21,30, ex chiesa di San Rocco, “Piccolo piccolo promt – versi per il nuovo millennio”, con Serena Cerè poetessa e ricercatrice olistica.

Dalle 22, Palazzo Tocco: “An Orchid Shining in the Hand, omaggio a Lorenzo Calogero”, con Enrico Carbone, tromba jazz, Valeria Basile, vocalist, Francesco

Macrì, contrabbasso, Rocco Cannizzaro, fisarmonica e pianoforte.

La copertina dell’antologia delle poesie scelte di Lorenzo Calogero, curata da Nino Cannatà e pubblicata da Lyriks con le “cancellature” dell’artista concettuale e poeta Emilio Isgrò

 

 

 

 

 

 

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