Letteratura
Poesia | Gianluca Garrapa
Tu: composizione per voci interiori e oggetti.
Oggetti: Radio, T9, Televisione.
Mattina
La radiofonia ti coglie.
Tu cerchi espansioni narrative automatiche non inconsce.
Tu costruisci e sei all’inizio dell’esperienza che tutti sanno in potenza.
Tu è il soggetto del tu e il radiogiornale ci colpisce moltissimo.
Le persone sono a bordo di ovvia disidratazione.
Tu non avevi né penna né giornali.
Adesso arrestate la pubblicità.
Però quando dormivi non potevi impazzire.
Fermate le macchine la discussione al telefono.
Buongiorno.
Tu assisti avvilito alla fine della settimana.
Anche i nostri profili stavano affondando.
Però in fin dei conti il fine mente.
Tu avvieni in un cono di luce e non piove.
Ti somiglia lo spazio nascosto e il catodo pantagruelico.
La colazione con i cereali di nuvole.
Dopo cena seduti in poltrone soffocanti.
Tu miagoli e scrivi.
Scricchioli e scrivi.
Muori e scrivi.
Ti somiglia l’immagine. Adesso sento la mia voce.
Prima solo voci e quello è vero passato di pomodoro.
Tu non hai trovato ancora futuro. Tu hai fatto bene a non essere riuscito.
Ti assomiglia molto la natura che hai visto.
Tu sei aperto e sta per diluviare. Ti interessi alle auto a Barbara d’Urso.
Tu assomigli al solito radio-spettatore.
Ti copri di pioggia e consumi la vita nell’abitacolo di plastica.
E una Carla Bruni di turno. Non temere. Non so.
Non ci sono problemi. Nei fiori son stati trovate farfalle contenenti l’amianto.
E noi si muore. Ma non di vita.
No. Uccidendo zanzare.
Tu ascolti la radio.
Ancora al largo di Malta.
Tu sei un criminale.
Tu sei la politica sbagliata delle persone.
Tu sei la nave affondata che le circostanze.
Tu sai l’abuso e il naufragio.
Ti limiti a fare la macchina per scrivere la fine e la vita.
Le persone muoiono annegate in cielo.
Ti limiti a dire che si potrebbe canalizzare l’energia negativa.
Tu
Sera
Tu prova a vedere il film in camera. Risveglia il tuo istinto. Preparati all’azione.
Puoi provare a respirare il cielo. Puoi disinnescare i decibel della malinconia.
Ti voglio bene e nel frattempo ti odio mi dici con la voce di un antenato.
Sulla tovaglia le stagioni stampate e le molliche del pane che non hai mangiato.
Sui rami infiorescenze di musica di genere umano.
Tu prova a esser felice anche quando sei felice e non oltre un certo collasso di tempo.
Nelle astronavi a cupola delle chiese ricovera il perdono e ama anche chi ti ama.
Per il resto. Sottraiti. Vedi.
Loro non si amano moltissimo. Tu te ne accorgi dalle finestre sporche.
E dal suono lapidario delle gocce che scavano i solchi del disco volante.
Prendi il tempo. Ti pare che la mia voce sia quella di Barbara Alberti.
Tu hai finito di leggere il manoscritto nel cassetto. Adesso pubblichi il cassetto.
Tu ritocchi la scrittura e pubblichi solo l’effetto. Mai il desiderio.
Pensi e basta. Non fai letteratura. Però hai un bel camion.
Tu lo senti dire dall’altra parte della collina. Due femmine molto attraenti e.
Il maschio alfa scoprono la violenza in genere.
Tu scopri Kubrick e la musica classica.
Beethoven ha il viso di tatuaggi e.
Tu sei carne da macello al casello.
Tu sei il sabato sera inquieto insoddisfatto e sereno. Tu non esci più.
Tu sei in questa gabbia tipografica e non rientri.
Tu non ti aggiusti non ti centri non sbandieri i tuoi malumori.
Tu chiudi il cuore in uno scimpanzé che gioca a scacchi e perde.
Tu
***
Gianluca Garrapa ha scritto: di fantasmi e stasi. transizioni, raccolta di poesie per Itaca Edizioni con la postfazione del poeta Gabriele Frasca, 2017; Il 23 agosto, un piattello di segreti, romanzo per Eretica ed. 2018; Un ronzio devastante e altre cose blu, racconti per Terra d’Ulivi ed. 2018, con la prefazione dello scrittore Paolo Zardi; ha partecipato all’antologia di poesia ultracontemporanea La parola informe a cura di Sonia Caporossi, per Marco Saya ed. 2017; suoi testi su Antologia dei Poeti Contemporanei, (Libro Italiano, Ragusa, 1995); Navigando nelle parole, Vol. 23, (edizioni Il Filo, 2006); Antologia dei racconti di Officina, (ETS, Pisa, 2005). Gianluca Garrapa fa tante altre cose ma vede poca gente; ama le biciclette e le astronavi.
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