Letteratura
Poesia | Gabriel Del Sarto
Estratto da un protocollo
[…]
Morivo ieri mattina: il tempo era
fermarsi per sempre e sentire meglio il dolore
tutta questa angoscia che cade.
Il tempo che
non diventa atto, ma solo vergogna
che dura, le monotonie, i crolli
con niente dentro niente addosso, solo crolli.
Morivo ieri ma se parte da me questa angoscia
sento che mi manca, sento
i pezzi del mio corpo più fragili.
Inserisco infinite linee di solitudine
ai confini di un mondo terminale
e mi dico:
abbiamo un’età in cui forse il dolore
non ci spezza più. Eppure non diversamente
rende trasparente il corpo
nei confronti dell’anima, non
diversamente siamo qui, posti a questo
punto del linguaggio, venuto da infiniti
atti creativi precedenti, per esistere un momento
per dire: anima o spirito.
Forse, come per un battesimo della storia,
un passaggio da un utero,
ha senso ricomporre ogni giorno
il nostro essere un organismo
che non sa come superare tutto questo,
eppure resiste.
***
Gabriel Del Sarto è nato a Ronchi (Massa) il 3 giugno 1972. Ha pubblicato le raccolte poetiche I viali (2003, Atelier) e Sul vuoto (2011, Transeuropa), ha contribuito alla raccolta collettiva La deriva del continente (2014, Transeuropa) ed è presente in diverse antologie fra cui L’opera comune (Atelier, 1999) e Nuovissima poesia italiana (Mondadori, 2004). Per Transeuropa promosse la collana Fuori commercio diretta da Massimo Gezzi, Mario Benedetti, Fabio Pusterla e Francesco Scarabicchi. È autore di saggi sull’uso e il senso della narrazione nelle pratiche di formazione, fra cui Raccontare storie (con F. Batini, 2007, Carocci) e In un inizio di mattina (2012, Transeuropa). La sua terza raccolta, Il grande innocente, è uscita nel 2017 per Nino Aragno Editore.
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