Letteratura

Poesia | Dario Bertini

27 Giugno 2018

L’hanno beccato che sbirciava il culo ai manichini

 

L’hanno beccato che sbirciava il culo ai manichini,

fra la stazione e il centro, ma cosa vuoi che trovi sotto,

una mattina irraggiungibile e bellissima

come una scure di luce,

vuoi mettere una sciura, una figliola, una puella

già quasi domina, che va: una donna dall’abito freschissimo,

più chiaro, immacolato nella stagione nuova, una risorsa

da riconsiderare: la decapitazione: così da perderci la testa

con lingua, occhi, più esattamente le pupille

grandi più del solito, dilatate da appena un po’ di vento:

chi ha detto una voragine era male informato, piuttosto

un boomerang incagliato tra le foglie, in fondo una boscaglia,

comunque sotto, giù, come una scure di luce,

ma più perfetta come un’ esecuzione capitale, da rimanere immobili,

impietriti, prima di andare: un passo doppio, svelto,

quasi uno scatto sulla linea di fascia, una coscia

(qualcuno non so dove intona cori): ma oh, è solo una ragazza

questo universo che gira all’incontrario: se mi aprirà

le gambe può capitare allora che non mi tiri indietro

 

 

 

***

Dario Bertini è un contrabbandiere: da anni introduce clandestinamente poesia in pub, bar, piazze e camere in affitto. Nato a Legnano (Milano) nel 1988, abita a Pavia. Ha pubblicato Distilleria di contrabbando (Cardano, Pavia 2009, con una prefazione di C. Lolli); Frequenze clandestine (Sigismundus Editrice, 2012 con postfazione di A. De Alberti); Prove di nuoto nella birra scura  (Edizioni del Foglio Clandestino, 2014).  Organizza reading ed eventi culturali, fra cui la rassegna mensile “Poesie al tavolino”. Malgrado tutto questo è ancora vivo.

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