Letteratura
Poesia | Christian Raimo
Se potessi, mangerei gli umani
L’inconsistenza neutra della pelle
è la ragione per cui non mi avvicino
agli individui che si trincerano nelle
distanze proprie, come in un fortino
da non poter toccare o odorare.
Se potessi, mangerei gli umani,
ma visto che esistono delle tare
sociali sull’idea di far a brani
le persone, mi limito a leccarli
di straforo, quando sono distratti
od incoscienti, eccitati da balli
scatenati, o in qualche modo fatti,
drogati da se stessi: io inalo
l’odore di carne come uno squalo.
Ogni volta che ti dicono di amarti
t’inchiodano a uno sguardo tutto loro:
puoi esser madonna, culo o tesoro,
l’importante è che tu sappia adattarti
a un desiderio uguale ad un’urgenza.
E come se nel tuo armadio possedessi
solo vestiti regalati, smessi
da chiunque, e poi passati a te senza
nemmeno domandarti la tua taglia.
E se ti adulano – in libertà
puoi scegliere! – la nuda verità
o è un gioco di specchi che sempre abbaglia
loro stessi o la resa di restare
al buio di un’abbacinazione stellare.
***
Christian Raimo (1975) è nato a Roma, dove vive e insegna. Ha pubblicato per minimum fax le raccolte di racconti Latte (2001), Dov’eri tu quando le stelle del mattino gioivano in coro? (2004) e Le persone, soltanto le persone (2014). Insieme a Francesco Pacifico, Nicola Lagioia e Francesco Longo – sotto lo pseudonimo collettivo di Babette Factory – ha pubblicato il romanzo 2005 dopo Cristo (Einaudi Stile libero 2005). Ha anche scritto il libro per bambini La solita storia di animali? (Mup, 2006) illustrato dal collettivo Serpe in seno. È un redattore di «minima et moralia» e «Internazionale». Sempre per Einaudi ha pubblicato per Einaudi Il peso della grazia (2012), Tranquillo prof, la richiamo io (2015) e Tutti i banchi sono uguali (2017). È fra gli autori di Figuracce (Einaudi Stile libero 2014). L’11 settembre uscirà il suo nuovo romanzo per Einaudi, La parte migliore.
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