Letteratura
Perdersi, ritrovarsi e diventare grandi
Unica versione integrale di A Christmas Carol in Prose (1843) di Charles Dickens (1812-1870) disponibile in italiano per audiolibro, il Canto di Natale edito da il Narratore si avvale con profitto della voce di Alberto Rossatti che ne ha curato pure la traduzione.
Anche se esistono versioni pubblicate da altri editori che adattano e/o riducono il corposo racconto dickensiano rendendolo magari a tratti più agile e scorrevole, resta il fatto che quest’opera si presta a più livelli di lettura in virtù di una scrittura tutt’altro che semplice e scontata e di una trama solo in apparenza prevedibile; e forse soltanto una versione integrale come questa può rendere pienamente giustizia a tanta complessità.
In realtà, è proprio seguendo con pazienza le dolorose stationes della trasformazione interiore (che di fatto consiste in un ritrovamento di sé stesso) del protagonista Ebenezer Scrooge che si scoprono particolari rivelatori: così tutto si chiarisce dello sbandamento e della deriva di questo personaggio proprio grazie all’intervento a suo modo didascalico dello Spirito del Natale Passato. Lungo questa via crucis, lo Spirito fa vedere Scrooge ancora bambino isolato e allontanato dai compagni di scuola per il suo amore verso la lettura, nonché respinto e vessato dal padre alcolizzato: così, quasi a sorpresa, scopriamo che Ebenezer non è sempre stato avido e taccagno, ma è uno dei tanti bambini diversi e sfortunati che popolano i romanzi di Dickens e che proprio a cagione di un’infanzia difficile e tormentata non sono liberi di crescere e diventare adulti, aprendosi alla meravigliosa avventura dell’incontro con l’altro.
Il denaro come forma di sostituzione e/o di compensazione. Ecco perché ad un certo punto, nonostante un’adolescenza non infelice trascorsa da apprendista alle dipendenze del buon Fezziwig e in compagnia del caro Dick (quando per festeggiare il Natale si tramutava a tempo di record un magazzino nella più accogliente sala da ballo che si potesse immaginare), Scrooge smette persino di amare – in nome del denaro che ormai lo domina incontrastato – la splendida donna cui si era legato in anni poveri quanto fidenti: ed è lei a prendere l’iniziativa di dirgli addio in una pagina di commossa dignità e severo rigore morale che, peraltro, Rossatti restituisce magnificamente.
Inoltre, Dickens è un narratore tutt’altro che esterno alla rappresentazione. Lo si nota ad esempio nelle apparentemente divaganti descrizioni dei personaggi, che l’autore vuole minuziose e dettagliate anche a costo di sembrare pedante; ma in realtà si sente che ciò che gli sta a cuore è restituire l’autenticità dei personaggi anche al di là del ruolo che sono chiamati a ricoprire nel limitato contesto della vicenda narrata, come se tali personaggi fossero molto di più di quello che sembrano e che comunque mostreranno di loro nel racconto. E lo si nota pure in pagine sentite e partecipate in cui Dickens – come nella descrizione della vita nella casa della ex fidanzata di Scrooge, che ormai si è sposata con un altro uomo dal quale ha avuto dei figli – letteralmente non riesce a restare nei ranghi del semplice narratore, ben supportato ancora una volta da Rossatti che di queste subitanee accensioni sa farsi vivace e frizzante portatore.
In conclusione ci troviamo di fronte ad una bella, sapida e avvincente lettura integrale (disponibile anche nel nuovo formato Audio-eBook), che riconferma il Narratore in testa alle piccole case editrici italiane di audiolibri.
Charles Dickens, Canto di Natale
Traduzione e lettura di Alberto Rossatti
il Narratore, Zovencedo 2009 – www.ilnarratore.com
1 CD MP3 oppure download file .mp3 (audiolibro in versione integrale) + testo in formato .pdf oppure file .epub (Audio-eBook)
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