Letteratura
Pentimento e redenzione in un “film da ascoltare”
Nata nel 2009, LibriVivi è una casa editrice di audiolibri che si è subito distinta per la qualità delle sue realizzazioni, nobilitate innanzitutto dalla presenza di voci di primissimo piano (lavorano per essa alcuni fra i migliori doppiatori italiani). Ma ciò che contraddistingue buona parte dei titoli finora messi in catalogo è che si tratta, a tutti gli effetti, di veri e propri “film da ascoltare”. E come in ogni film viene prima approntata una sceneggiatura riducendo e adattando i testi originali, che deve naturalmente tenere conto della mancanza dell’elemento visivo, sopperendo alla sua assenza con soluzioni che integrino la dimensione della narrazione in senso stretto con quella di uno spettacolo a più voci con musiche ed effetti sonori che, per funzionare a dovere, richiedono una sapiente regia (affidata sempre a Bruno Alessandro e Dario Picciau), da un lato, nonché un design e un missaggio sonori curati nei minimi dettagli (entrambi affidati, per l’opera che vado a presentare, al compianto Andrea Bolchi).
LibriVivi ha tratto da A Christmas Carol in Prose (1843) – il più celebre dei racconti natalizi scritti da Charles Dickens (1812-1870) – forse la migliore versione in audiolibro di quest’opera disponibile nel nostro Paese: Scrooge – Il canto di Natale. La traduzione e l’adattamento sono a cura di Bruno Alessandro (doppiatore di Robert Duvall) e, in questo caso, anche voce narrante sorniona e allusiva, nonché dotata di calda espressività. L’eBook della sceneggiatura si può scaricare gratuitamente dal portale di LibriVivi sia acquistando l’audiolibro in download (in formato .mp3 ad alta risoluzione) che nella più recente versione in cofanetto (2 CD AUDIO), pubblicata con Salani.
Confrontando tale sceneggiatura con la più corposa versione originale si nota che Alessandro è riuscito a sfrondare e a rimaneggiare il testo di Dickens senza mai nuocergli, rendendo comunque più agili e scorrevoli alcuni passi e, soprattutto, restandogli intimamente fedele. Si veda, ad esempio, l’equilibrio e la brillantezza con cui Alessandro risolve la vivacissima scena della festa di Natale nel magazzino di Fezziwig, che pure alla fine risulta molto più corta dell’originale.
Va detto, peraltro, che spesso Dickens indugia nelle descrizioni dei suoi personaggi con dovizia di particolari che, in un contesto esclusivamente sonoro come questo, difficilmente potrebbero essere espunti: Alessandro, infatti, si guarda bene dall’usarvi le forbici (o, se le usa, lo fa con estrema circospezione), consapevole della loro importanza laddove è del tutto assente la componente visiva e quindi deve essere valorizzata al massimo la componente “immaginifica”, che le apparentemente divaganti descrizioni dickensiane contribuiscono non poco ad accendere.
Così, in poco meno di due ore, prende corpo una versione sonora del racconto di Dickens che cattura l’ascoltatore e non lo molla per tutto lo spettacolo. Fin dall’inizio, ad esempio, appare un rassicurante rumore di legna che brucia e che accompagnerà spesso la voce del narratore; non è evidentemente un rumore interno alla rappresentazione del racconto, quanto piuttosto un rumore interno alla sua narrazione (sembra proprio di stare seduti ad ascoltare il narratore vicino a un caminetto acceso). Questo semplice accorgimento sottolinea la duplicità di piani (quello della narrazione e quello della rappresentazione) che comunque coesistono interagendo; e il bello è che l’ascoltatore quasi non se ne avvede.
I momenti migliori, però, restano probabilmente quelli basati sui dialoghi – spesso serrati e a botta e risposta – fra i personaggi coinvolti, nei quali risalta appieno la qualità delle voci messe in campo. A cominciare da quella di Dario Penne (doppiatore di Anthony Hopkins) che anima il protagonista Scrooge seguendolo lungo le tappe del suo personale percorso di pentimento e di redenzione: una voce che acquista in profondità e in leggerezza con il progredire della vicenda, coerentemente con il ritrovamento da parte del protagonista della sua vera natura, celata sotto mentite spoglie (il vecchio racchiude in sé un bambino dall’infanzia negata). Il primo dialogo che resta impresso è quello fra Scrooge e il nipote Fred (impersonato con freschezza da Marco Mete, voce italiana di Bruce Willis), seguito a ruota da quello fra Scrooge e “un signore grassottello” dalla erre moscia e dall’eloquio paludato; sincero e commovente è invece il dialogo in cui Lucy (interpretata da una torreggiante Aurora Cancian, voce italiana di Glenn Close) lascia il giovane fidanzato Scrooge, affrancandolo, quando si accorge che questi ha smesso di amarla perché troppo preso dal desiderio di diventare ricco; e fra i tanti che potremmo ancora citare, ricordiamo almeno il breve ma incisivo dialogo fra il Ladro, la Ladra e Joe il ricettatore (gli ultimi due interpretati rispettivamente da Antonella Alessandro e Bruno Conti), che riproduce l’atmosfera di un degradato suburbio con il semplice tramite di una efficace e puntuta caratterizzazione vocale.
Non tutto ciò che è acusticamente rilevante viene sonorizzato ad hoc nel corso della storia, ma soltanto ciò che è funzionale alla sua significazione più profonda. Ci sono, ad esempio, campane che rintoccano per segnare le ore e campanelli che tintinnano, come quello che segnala l’apertura della porta dell’ufficio di Scrooge e che assomiglia molto a quello che potrebbe segnalare l’apertura del cassetto di un registratore di cassa (un luogo topico del protagonista, quindi); o come gli innumerevoli campanelli che si mettono a suonare tutti insieme preannunciando la visita notturna dello Spirito di Marley al protagonista. E’ difficile non cogliere, in queste “spie” acustiche, la riposta religiosità di Scrooge (le campane) messa al bando perché nascosta sotto una scorza dura, aspra e scontrosa che vuole tenere ogni cosa sotto controllo (i campanelli).
Anche la musica di accompagnamento, pur discreta e defilata, sostiene e innerva lo svolgimento di una storia che, a più di centosettant’anni dalla sua prima pubblicazione, continua a sorprendere ed emozionare.
L’audiolibro è “in memoria di Andrea Bolchi, incomparabile artista del suono (26 luglio 1982 – 29 gennaio 2010)”.
Charles Dickens, Scrooge – Il canto di Natale
Direzione: Bruno Alessandro e Dario Picciau
Interpreti: Dario Penne, Bruno Alessandro, Dante Biagioni, Gino La Monica, Emiliano Coltorti, Marco Mete, Aurora Cancian, Perla Liberatori, Emanuela Rossi, Fabrizio Picconi, Riccardo Scarafoni, Antonella Alessandro, Giorgio Favretto, Gabriele Martini, Antonio Palumbo, Luigi Scribani, Paola Valentini, Katia Simeoni, Bruno Conti e Giovanni Caravaglio
Traduzione e adattamento: Bruno Alessandro
Direzione di produzione: Matteo Cerutti
Sound design: Andrea Bolchi
Sound mix: Studio Bolchi
Assistente alla regia: Libero Stelluti
Registrazione delle voci: CTA Digilab
LibriVivi, Caronno Pertusella 2010 – www.librivivi.com
Adriano Salani Editore spa – Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, Milano 2011
2 CD AUDIO oppure download file .mp3 + eBook .pdf
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