Letteratura
Patente e libretto!
“Ma sei tu? ”
“Ci conosciamo?”
“Sono Marco, abbiamo fatto insieme due anni alle superiori! Non ti ricordi di me?”
“Che stupida! Certo che mi ricordo di te! Mi facevi la posta…”
“Non esageriamo, ti avrò invitata al cinema un paio di volte…Ricevendo ogni volta un due di picche, tra l’altro”.
“Beh, adesso te lo posso dire : quei tuoi inviti mi avevano fatto molto piacere…”
“Immagino, sarà per questo che in entrambi i casi mi hai riso in faccia.”
“Il fatto è che quando mi agito mi viene da ridere. E’ imbarazzante, ma non so che farci”.
“Come, ti viene da ridere?”.
“Rido come una scema, non riesco a smettere”
“Effettivamente è imbarazzante.”
“Puoi dirlo forte. Qualche mese fa, mentre guidavo sulla Romea, mi ha fermata una pattuglia della polizia. Avevo superato i limiti di velocità, sapevo bene di essere in torto. La macchina, poi, non era neanche mia, ma di mio padre…Insomma difficilmente avrei potuto essere più agitata di così.”
“E come è andata?”
“E’ andata che il poliziotto che mi ha chiesto patente e libretto, vedendomi ridere, ha pensato che fossi una scema”
“Naturale. Lo avrei pensato anch’io.”
“Ti ringrazio”
“E poi?”
“Poi ha miracolosamente capito che era solo una reazione nervosa”
“Perché mi racconti questa storia?”
“Perché tra una settimana mi sposo proprio con quel poliziotto! E sai perché?
“Provo ad indovinare: perché ti ha chiesto patente e libretto?
“Non dire sciocchezze! Semplicemente vado pazza per le persone indulgenti con i miei difetti”
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