Letteratura

Oggetti malerbiani

8 Dicembre 2021

Lo spirito caustico e anticonvenzionale di Luigi Malerba (1927-2008) ben si era espresso in un piccolo e originalissimo volume edito da Archinto nel 2012, Profili, raccolta di novanta schizzi, disegni, sagome vuote tracciate col pennarello intorno agli oggetti posati sulla scrivania o sparsi ovunque intorno. Questi profili di cose, abbozzati da uno scrittore che non sapeva disegnare, erano riempiti di citazioni, aforismi, calembour, facezie, meditazioni fulminanti, risentite, caustiche, moraleggianti. Così veniva giustificato questo svagato passatempo nella prefazione: “Tracciare con il pennarello il profilo intorno agli oggetti che stanno sul nostro tavolo o in giro per la casa può significare qualcosa. Forse prima di tutto una frustrazione: invece dei profili con il pennarello forse l’autore avrebbe preferito impegnarsi con veri disegni rappresentativi, che però non è in grado di fare. Circondare un oggetto sia pure con un pennarello si può interpretare come un gesto di affetto (si circonda con le braccia, mai con un pennarello, la donna amata). Seguire le curve o anche gli spigoli di un oggetto è più di un abbraccio, è come insinuarsi con il pennarello nei luoghi off limits dove hanno diritto di ingresso solo i sentimenti”. Cosa tratteggiava, con ironica imperizia, Malerba? Cucchiaini, occhiali, pinzatrici, spazzolini da denti, coltelli a scatto, accendini, pipe, rasoi Gillette, boccette di Oil of Olaz, tappi. Da un narratore che aveva sempre giocato argutamente e sapientemente con il linguaggio, a partire dalla sua iniziale adesione alla neoavanguardia del Gruppo 63, era ovvio aspettarsi tale straordinaria e pungente capacità di sintesi.

Non altrettanto scontata la sua lieve, non pedantesca, signorile quasi, propensione ad esprimersi con l’amaro sarcasmo di chi sa di non avere altre armi di ribellione e indignazione che il sorriso a denti stretti. Ecco dunque il profilo di un telefonino Nokia al cui interno Malerba scrisse poche frasi, spaziando dalla riflessione filosofica sul cosmo all’allarmata arguzia sulla nostra sempre minacciata privacy: ” Quante parole sono passate da questo cellulare: dove sono finite? Portate via dal vento come la nostra vita mortale? O intercettate?” E ancora, in solidarietà col mondo animale: “Tagliacarte di corno di bue, povero bue”. O con leggero scherno nei riguardi delle pretenziose mode psicanalitiche: “Nastro adesivo Boston bianco opaco privo di qualsiasi relazione con l’inconscio”. E nel profilo di una inutilizzabile chiave: “Dove vogliamo entrare?” Oppure riferendosi all’imperturbabile indifferenza degli oggetti: “Calzascarpe accomodante. Non domanda mai alle scarpe se andranno a un comizio o a una messa, a una riunione di condominio o a un incontro adulterino”. Acuto e spiritoso, intelligente e mordace: un divertissement in perfetto stile malerbiano.

LUIGI MALERBA, PROFILI – ARCHINTO, MILANO 2012. Introduzione di Paolo Mauri

 

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