Letteratura
Nostalgia del bacio
Hanno vietato l’abbraccio, ma ancor di più il bacio: si trasmette con le labbra unite il contagio, rapidamente, immanentemente , dicono i virologi.
Ma ho nostalgia del bacio.
Nulla è più bello nell’amore che il rinnovarlo con un bacio.
Dammi un bacio, amor mio.
È come se si volesse sentire nuovamente la catarsi di un’onda del mare, la sua freschezza, la spuma che rimuove le pallide vecchiezze di una pelle consunta.
Il bacio mantiene l’amore, fa sentire la sua incandescenza, fa vedere mille colori, l’iridescenza dell’arcobaleno.
Quando bacio la mia donna, la luna abbassa le palpebre per non turbarne l’incanto.
Il bacio è linfa, è acqua taumaturgica, come la rugiada che accarezza il bocciolo della rosa, liberando il suo inebriante profumo.
Gli amanti sinceri cercano il bacio per cingere i corpi.
Fa battere i cuori, tremare le gambe e le mani, porta il balbettio della felicità alle parole, fa piangere di calde lacrime, fa sorridere gli occhi e inanella l’intreccio.
È come farfalle variopinte che si librano in cerca della luce, anime effimere desiderose dell’eternità.
Il bacio fa bruciare il cuore, è il suggello dell’amore eterno.
Al di fuori del tuo amore, per me non c’è mare e neanche col pianto puoi impetrare tregua.
“Per prolungare il bacio contenevano il respiro, finchè non si sentivan morire d’ambascia, mentre le mani dell’una tremavan su le tempie dell’altro smarritamente”
si legge ne “Il Piacere” di D’Annunzio.
Sconfigge la solitudine, reca gioia.
È auriga dell’amore anche quando si è vecchi, è corona dell’abbraccio, culmine di una vitalità che sfida le leggi dell’usura e della corrosione del tempo.
È nostalgia di una gioventù che non si vuole mai sfiorita.
Si corre per dare subito un bacio, quando si ritorna da un viaggio; si sorride dando un bacio, si accarezzano le mani, ma sempre per implorare un bacio, stigma dell’amore che non vuole vedere tramonti. Ci si inchina e si dà un bacio sul dorso della mano di lei, perché la genuflessione è segno di eleganza comportamentale.
Si manda un bacio come se fosse un volo che si inerpica nell’infinito e nell’altrove.
E cerchiamo di aspettarci invano, per rubarci l’anima.
Il bacio non è ripetizione, ma tensione forte, irreversibile, incessante di ritrovarsi.
Perché il bacio lenisce l’amarezza, è la pietà del dolore, la misericordia del perdono, l’aiuto della preghiera, la ricchezza di cui fanno dono i bimbi alle loro mamme.
«Dammi un bacio amore mio, come se entrassi nel paradiso senza vederlo», disse Romeo a Giulietta.
Ti manderò un bacio con il vento e so che lo sentirai, perché l’amore chiede strada: senza cercarti ti incontro ovunque, basta chiudere gli occhi: ti sento stretta come la luna quando accarezza il mare di notte increspando la sua acqua.
Il bacio è la passione del desiderio: per un giorno vorrei vedere il cielo, come lo vedono i tuoi occhi.
I ragazzi che si amano si baciano in piedi, contro le porte della notte.
Negli Eroici Furori, Giordano Bruno si confronta con il Cantico dei Cantici e ripropone il tema della morte di bacio, che è la perfetta e intima unione che l’amante possa avere con la sua amata, unione di bacio, oltre la quale non è possibile altra copula, perché l’anima nel ratto intellettuale si unisce alle cose separate. Nella Cantica, infatti, si dice: «Baciami coi baci della bocca tua», travaglio eroico che si dimostra con la verità e il languore, in una esperienza che coinvolge fino in fondo anima e corpo in un nodo indissolubile.
Dante nel Quinto Canto dell’inferno inneggia al bacio quando Paolo e Francesca si uniscono e si amano sino a sfidare la morte :”la bocca mi basciò tutto tremante”.
«Il bacio è il dono del silenzio del mio amore: perché saprai tutto quello che è stato taciuto», scrisse Neruda.
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