Letteratura

“Non mi dice mai niente…”

Le madri di due trentenni si confrontano.
Una delle due vede il figlio solo di tanto in tanto, l’altra ce l’ha ancora in casa..

15 Febbraio 2025

Vivo sola da anni. I miei figli hanno preso il volo molto presto: università e poi lavoro e famiglia in un’altra città.
Vengono a trovarmi solo ogni tanto, ma è giusto così: hanno altrove le loro vite e i loro affetti e interessi.
In più sanno che ho molti amici e molte cose interessanti da fare, insomma che non sono una povera vecchia vedova inconsolabile, ma una donna ancora attiva e del tutto autosufficiente.
Stamattina però, quando ho incrociato Arianna nel solito caffè dove mi fermo ogni mattina a leggere il giornale, non ho potuto fare a meno di confrontare la sua situazione con la mia.
“Come sta Gianni?“, le ho chiesto subito
Gianni ha trent’anni, la stessa età di Fabio, il maggiore dei miei figli: i due si sono conosciuti quando frequentavano la stessa classe alle elementari.
È quindi un ragazzo che conosco molto bene, ha frequentato a lungo la mia casa.
Lui e Fabio erano molto legati, pur nella completa diversità dei loro caratteri: Gianni timido e riservato, Fabio sfacciato e a volte invadente.
“Gianni vive ancora con me”, ha risposto Arianna.
Una risposta che mi ha spiazzato.
Stranamente perché so benissimo che, a causa dei costi esagerati degli affitti, è piuttosto frequente che i figli restino in casa dei genitori molto più a lungo di quanto avveniva in passato.
Il fatto è che non ho potuto fare a meno di pensare a come mi sentirei io al posto suo. Con un figlio trentenne che gira ancora per casa, intendo.
Però ho fatto finta di niente.
Anzi, un po’ ipocritamente, ho subito detto: “Ma allora sei fortunata! Non hai dovuto affrontare, come me, la sindrome del nido vuoto!”
Arianna a quel punto ha sospirato, poi ha detto: “È vero, sono fortunata, sono contenta del fatto che Gianni viva ancora con me. Ma mi piacerebbe che mi coinvolgesse di più nella sua vita…”
“A trent’anni? E in che senso?”
“Non lo so, vorrei che ogni tanto mi raccontasse qualcosa di più…”
“Per esempio?”
“Per esempio, ieri mi ha detto che non sarebbe tornato per cena, ma non mi ha detto con chi si sarebbe trovato”.
“Sarà andato a cena con la sua ragazza.”
“Perché tu sai che ha una ragazza?”
“Scusa, non sta con Anna?”
“Chi sarebbe questa Anna?”
“Non te la ricordi? Era al liceo con i nostri figli! Ogni tanto la incontro e quasi sempre sta insieme con tuo figlio…”
“Vedi come sono messa? Sono la madre e sono l’ultima a sapere le cose!”
A quel punto avrei voluto dire la prima cosa che mi è venuta in mente: “ma fregatene e rifatti una vita!”
Mi sono trattenuta, però. E le ho detto: “Fa così perché per lui il tuo parere è importante: vuole essere sicuro della sua scelta prima di parlartene”.
Arianna sospira ancora, poi dice: “Proverò a crederci. Comunque a Gianni poi ho detto: non mi importa con chi vai a cena, l’importante è che quando rientri, anche a notte fonda, tu venga subito in camera mia a dirmi che sei tornato!”
Tornando a casa riflettevo: come avrei reagito se mio figlio si fosse comportato come Gianni?
Come l’avrei presa?
Poi mi è venuto da ridere.
Perché ho pensato a Fabio, mio figlio, così diverso dal suo amico Gianni.
E a quella volta in cui, quando aveva 16 anni, era tornato a casa all’una di notte, ansioso di svegliarmi per raccontarmi del suo primo bacio.
E la “fortunata” era proprio la stessa Anna che adesso sta con il suo amico Gianni

 

 

 

 

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