Letteratura
Non ci siamo salutati
Oggi 10 maggio 2022 alle 18.36 è finito il mondo
5.45 La sveglia mi riporta alla coscienza dopo un breve sonno di quattro ore. Ancora cinque minuti. Riapro gli occhi, con fatica mi alzo. Sul letto matrimoniale due libri aperti e nessuno veramente finito. Silenzio in casa.
6.25 Acceso il bollitore, mi sto vestendo. Ho preso dalla mensola la lattina dell’orzo, ne ho versato un cucchiaio nell’acqua con del latte. Non ho fatto in tempo ad accendere le notizie.
6.40 A piedi, stazione, pullman. Ancora leggermente fresco.
6.47 Negli auricolari wireless che indosso per isolarmi dai rumori del viaggio suona una canzone, ma non riesco a sentirla davvero.
7.10 Do un’occhiata alle notizie sul quotidiano on line. «Scaduto alla mezzanotte l’ultimatum della Russia all’Alleanza dopo che nel pomeriggio di ieri bombardiere russo era stato abbattuto sul cielo polacco da due caccia Nato».
«Mediazione del leader turco». «Telefonata nella notte Biden-Putin». «Mobilitata la flotta nel mediterraneo». «Appello del Papa. Prevalga la pace». Seguono notizie allarmanti.
730 Arrivo in città, dieci minuti a piedi fino a scuola.
7.53 «Prof, la classe chiede se può non interrogare».
«Va bene. Allora andiamo avanti con la spiegazione, prendete il libro a pag. 346. Stavamo spiegando L’Esistenzialismo è un Umanismo di Sartre. “L’Uomo è condannato ad essere libero: condannato perché non si è creato da se stesso, e pur tuttavia libero, perché, una volta gettato nel mondo, è responsabile di tutto ciò che fa”».
«Prof, che significa gettato?»
«Significa caduto per effetto di un lancio»
«Caduto come si cade a terra?»
«Caduto come si cade a terra»
Non sono sodisfatto della risposta. Non mi viene nulla di meglio.
La lezione continua, non ricordo cosa ho detto.
Dalla finestra entra il sole della primavera.
9.30-1210 Ho fatto altre tre lezioni. In sala insegnanti un collega parlava della pensione. Un altro leggeva da un manuale.
Non mi è sembrato che qualcuno facesse caso alle notizie. Questa guerra va avanti da quasi tre mesi, ci siamo assuefatti.
E questa sarà l’ennesimo ballon d’essai, o un gioco delle parti. Il bidello mi saluta per nome. Gli rispondo.
Per ritornare in stazione passo dal giardino delle rose.
Una stupenda fioritura di un ciliegio si congeda da me.
Poi mi viene la risposta: «Caduto, come una bomba». «Naa, banale», penso.
1242 Mi siedo macchinalmente sul sedile del treno, apro il cellulare, ma non prende. Non ci faccio troppo caso, negli ultimi giorni queste interruzioni di connessione si son fatte via via più frequenti, ma vorrei almeno sapere qualcosa di quanto sta succedendo.1320. Arrivato al paese faccio per comprare il pane e il vino al supermercato, è chiuso. In effetti è tutto chiuso. C’è un deserto quasi irreale.
Apro la porta mi tolgo le scarpe e mi butto sul divano accendendo la tv. Non si accende. Noto solo ora che non va nulla. Manca l’elettricità. Il telefono è muto e il cellulare senza campo. Vorrei sentire mia madre, mio figlio. Mi stendo sul letto e mi addormento.
17.00 Un fragore di aerei. Esco dalla porta, è passato. Siamo tutti in strada e ci guardiamo.
Parliamo, chiediamo la ragione. Nessuno sa precisamente nulla.
Qualcuno accenna a situazione di emergenza. Uno dice: «Stato di allerta». Tremo un po’.
17.40 un tonfo sordo, come uno smottamento.
18.26 Il cielo è luminoso. Incantevolmente luminoso.
Stamattina eravamo ancora terra
Poi fu un abbaglio
e calore e fumo
Ora siamo nuvola
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