Letteratura
Negli occhi tuoi la storia della vita
Il tuo sguardo amorevolmente accarezza, fa parlare il cuore.
È tatto perché languidamente mi tocchi senza neppure lontanamente sfiorarmi.
Mi lambisci, ghermisci.
Dentro i tuoi occhi cova un uragano, la dolcezza che incanta.
Sei capace astutamente di spiare il cielo, per prenderti le stelle più rutilanti, come sei in fondo tu.
Il tuo sguardo lentamente penetra, irrimediabilmente sconvolge, annichilisce le tenebre, abbatte l’oscurità fitta e cupa.
I tuoi occhi sono come miracolosi: il battito di palpebre annunciano un vento nuovo, fresco, quello che viene dal mare e suscita la forte e violenta emozione di una donazione per me, una cura inaspettata.
Si sprigiona un’intensa ed ancestrale tenerezza ed il tuo sguardo, come se parlasse, vuole leggere nei miei pensieri e prendersi carico dei sottesi tormenti.
Balena il paradiso e vengono giù le stelle e fanno da corona al tuo viso.
Perché gli occhi sono come le mani che spogliano un corpo, si espandono voluttuosamente sulla pelle, coltre profumata che inebria l’amore.
E quelli fuggitivi sono degli amanti che si incontrano per caso.
Ti vorrei fagocitare, riempire di baci: possedere.
L’incrocio dei nostri sguardi abita e scongiura la notte. Supera l’irriducibile distanza, la lontananza e ci avvolgiamo in un turbinio di passione.
Rompi un pudore inconfessato, squarci il velo che ottunde e copre Cupido: scocca il dardo dalla faretra dell’amore.
Come se mi toccassi con un dito.
Gli aculei della mancanza, dell’assenza non possono più pungere nessuno: mi basta un tuo prezioso sguardo. Poi puoi anche abbassare gli occhi: già mi hai dato il mondo.
Cogli nel dettaglio il tutto e mi sovvien l’infinito, un perpetuo scintillio che si dissolve in uno sciame vorticante che richiama i recessi dell’anima mia.
L’immaginazione corre, il sogno ha un suo tronco, ove appoggiare le novelle foglie e rami senza nodi.
Il tuo sguardo rompe il cielo quando è plumbeo e giunge come una brezza che manda un fremito per l’acqua increspata e corre via all’ombrosa sponda.
Hai spalancato i tuoi occhi, grandi come conchiglie, che hanno dentro il mare azzurro e mi hai cercato con le mani per un intreccio voluto.
Mi hai rappreso con il tuo sguardo acuto, come se avessi voluto sciogliere gli ormeggi della nave dell’amore, che mi porta ad ascoltare il canto melodioso delle Sirene.
I nostri occhi già si dicevano tutto, disegnavano trame di incontro, adunavano pensieri sparsi, tratteggiavano rotte per l’alto mare aperto: erano calate le stelle ed il cielo era pieno di punti armoniosi di luce come una coperta di brillanti.
I nostri occhi, cercando i pudichi corpi, hanno ricevuto uno spettacolo di bellezza e di gioia e le palpebre dovrebbero suggellarsi, come le chiuse e le mandate di uno scrigno: perché negli occhi tuoi c’è la storia della vita.
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