Letteratura
Ms Kalashnikov: donne combattenti per la sopravvivenza
“Ms Kalashnikov” è un libro-documentario scritto da Francesca Tosarelli e da Wu Ming 5 e pubblicato dalla casa editrice Chiarelettere. Si presenta sotto forma di diario nel quale vengono raccolte delle informazioni di carattere prettamente geografico, etnografico ed antropologico unite alle sensazioni contrastanti provate dalla scrittrice durante i viaggi intrapresi in giro per il mondo. Francesca Tosarelli è una fotoreporter, che per la stesura del suo libro d’esordio, ha voluto collaborare con Riccardo Pedrini, ex membro del collettivo Wu Ming e chitarrista del gruppo punk bolognese Nabat, e ciò che ne è emerso è stato un lavoro insolito e straordinario.
Francesca Tosarelli non è una fotografa qualunque perché è essenzialmente una fotografa di guerra e nei sui scatti vengono ritratte donne, che pur di difendersi dal nemico, impugnano un’arma e combattono duramente. Da qui si evince già la scelta del titolo del libro che è di forte impatto emotivo perché nel nostro immaginario collettivo siamo abituati a vedere eserciti di uomini armati che lottano per ottenere la supremazia sui territori conquistati seguendo logiche prettamente economiche che spesso vengono appositamente confuse con logiche di stampo religioso quando in realtà la venerazione di un Dio non implica l’uso legittimato della violenza.
Invece in Ms Kalashnikov viene presentata una realtà più dura che non è una leggenda ma una cruda verità. Ella infatti va sul campo, fa amicizia con la gente del posto, impara a conoscere le loro abitudini e a familiarizzare con i luoghi spesso sperduti e caratterizzati da una vegetazione incipiente e selvaggia e quello che ritrova nei volti di queste donne è il coraggio di vivere la vita che da sempre hanno sognato. Congo, Mali sono solo alcuni paesi che Francesca esplora e ne fa un’analisi così dettagliata e coinvolgente tale da rendere il lettore un compagno di avventure.
Quando Riccardo Petrini conosce Francesca Tosarelli ha avvertito dentro di sé un cambiamento che lo ha portato ad uscire dalla sua comfort zone e ad esplorare nuove zone dell’anima fino ad allora intraviste, ma non ancora emerse alla luce del sole. Questo incontro infatti è stato arricchente dal punto di vista sia umano che professionale tanto da determinare una metamorfosi interiore. Dalle sue stesse parole si nota quanto le sue riflessioni sul genere femminile da parte di un uomo siano state produttive e soprattutto porsi degli interrogativi sulla condizione della donna in altre zone del pianeta completamente agli antipodi dalle nostre per usi e costumi diversi ha reso sensibile e maturo il suo modo di percepire la differenza fra un uomo e una donna cercando di imparare a comprenderle di più.
All’interno del libro si succedono diverse storie di donne che sono le vere protagoniste e che così giovani hanno un destino già segnato nel quale si sente tutta la fatica di una vita compressa e la voglia di ricominciare altrove spesso non è permessa. Si definiscono per forza di cose “combattenti” perché almeno nel campo di battaglia dimostrano il loro valore e possono fare tutto quello che fanno gli uomini. Combattendo per la loro causa si sento forti perché sanno di essere nel giusto, non sono più sottomesse, ma riscattando la loro condizione di donna che inevitabilmente dev’essere paritaria a quella dell’uomo, si sentono finalmente emancipate da una società che li vede schiave, costrette a stare in casa ad accudire i figli o il marito e a sottostare a lavori umilianti pur di riuscire a racimolare qualche soldo per nutrire la propria famiglia.
Quello che rappresentano queste donne costituisce un atto rivoluzionario che abbatte ogni forma di gerarchia affinché esse siano in grado di proteggersi dalla guerra e riescano infine a costruire la pace ed anche questo libro è un atto d’amore, generosità ed altruismo perché la stessa autrice spiega che solo spogliandosi di certi preconcetti si riesce a comprendere meglio la loro cultura ed ha potuto farlo solo immergendosi senza barriere nel loro contesto d’origine. La macchina fotografica poi ha fatto il resto come anche la scrittura umana e sensibile di Wu Ming 5 e di Francesca Tosarelli che hanno reso Ms Kalashnikov il ritratto più vero della nostra società che ci appare lontana, ma che in realtà non lo è perché a questo mondo dovremmo tutti considerarci fratelli.
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