Letteratura
Loreta 2021
“Potrò ancora sposarmi? Potrò ancora ballare alle mie nozze?” Loreta a Gorbačëv
In questo primo gennaio che inaugura un altro anno, un lacrimare di pioggia lava via la neve caduta in città, rendendo Lodi, almeno dalla mia finestra di casa, una piccola dimora baltica. Ed è proprio leggendo Anime Baltiche di Jan Brokken che mi è sorta la necessità di augurare a tutti un particolare buon anno, rivolto al passato sic!.
Siamo proprio a gennaio, del 1991, quando in Lituania carri armati e blindati russi decidono di restaurare la costituzione sovietica a Vilnius. Migliaia di lituani, guidati dal presidente pianista Vytautas Landsbergis, difendono l’appena acquisita indipendenza, un’indipendenza guadagnata nel 1989, quando una catena umana di 2 milioni di persone diede vita alla rivoluzione cantata.
Una rivoluzione che “ebbe la forza e la spontaneità della Primavera di Praga, del Maggio francese, della Rivoluzione dei garofani in Portogallo” [Anime Baltiche].
Nella notte del 12-13 gennaio, durante le manifestazioni sotto la Torre della Televisione di Vilnius, persero la vita studenti e operai, fra cui Loreta Asanavičiūtė, una storia che invito tutti a leggersi. Fu anche la prima volta che la televisione lituana seguì per 24/24 gli avvenimenti, una prima forma di copertura all news di quel che accadeva. L’unica troupe televisiva presente sotto la torre della televisione filmò esattamente quel che successe: un carro armato russo che disperdeva la folla e schiacciava la giovanissima manifestante Loreta. Le gambe rimasero sotto il cingolato, nelle riprese si vede come i soldati alla guida, sotto le pressione dei manifestanti per salvarla, decidono di sgomberare il campo, ma prima…prima di avanzare “è andato un po’ indietro, schiacciandola ancora di più” [Anime Baltiche]. L’operatore con la camera seguì da vicino cosa accadde.
All’arrivo in ospedale Loreta chiese al dottore: “Sopravviverò?” E poco prima di morire, sempre ripresa delle telecamere pose una domanda che “raggelò il volto indulgente di Gorbačëv e che, alla fine, condusse al ritiro di tutte le truppe sovietiche dalla Lituania. La domanda fu “Potrò ancora sposarmi? Potrò ancora ballare alle mie nozze?” [Anime Baltiche].
Ma allora perché raccontare questo, per augurare cosa?
Proprio durante quei giorni i nostri occhi e le telecamere erano voltate, voltate altrove. “Il resto del mondo non seppe dell’attacco dei carri armati sovietici contro i dimostranti alla torre della televisione di Vilnius […] Tutta l’attenzione era rivolta a un altro conflitto. Lo scoppio della Prima Guerra del Golfo” [Anime Baltiche].
Oggi dove ci stiamo facendo dirigere, su quale altrove stiamo gettando lo sguardo, quali altri grandi [?] avvenimenti ci allontanano da storie che parlano di noi, che parlano di persone che lottano nel loro piccolo per la loro libertà?
“Il bene crescente nel mondo è parzialmente dipendente da atti ignorati dalla Storia; e se le cose non vanno così male per te e per me come avrebbe potuto essere, si deve in parte al numero di persone che vissero fedelmente una vita anonima, e riposano in tombe dimenticate” G. Eliot
Quando ricominceremo a viaggiare, liberati dal covid, quando potremo liberare i nostri volti dalle mascherine, ricordiamoci, voltiamo i nostri sguardo al passato per ringraziare chi non abbiamo conosciuto e a cui dobbiamo molto. L’augurio è di volgere i nostri sguardi verso gli anonimi, verso le anonime Loreta che vivono accanto a noi.
Così sì sarà un buon anno.
Così saremo più vicini a noi stessi.
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