Beni comuni
L’inno alla memoria di Raffaele Salvante, fondatore del Calitrano
Raffaele Salvante ha saputo testimoniare con coerenza e passione cosa significhi amare e valorizzare la propria terra. È stato per decenni un riferimento per tutta la comunità calitrana e irpina. A lui si deve la nascita del periodico ‘Il Calitrano’, il giornale fondato subito dopo il terremoto del 1980, un raccoglitore di memorie e notizie spedito gratuitamente a tutti i calitrani sparsi nel mondo. A lui si deve anche la fondazione del ‘Centro Studi Calitrani’, una biblioteca di 13.000 titoli messi da lui a disposizione delle persone di quel territorio. Raffaele Salvante ha lasciato Calitri e tutte le persone care la settimana scorsa. Resta vivo il suo esempio. Per me è stato uno zio acquisito a cui ho voluto scrivere questa lettera.
Caro zio Raffaele,
quando ti ho conosciuto dovevo ancora decidere di avviarmi verso il matrimonio con la ragazza che per te è sempre stata una nipote molto cara. E in questo avviarmi ho conosciuto Calitri e, a Calitri, ho conosciuto persone come te, gente innamorata della sua terra, attaccata a quella roccia su cui tutto il paese di Calitri si erge. E ho imparato subito cosa fosse ‘Il Calitrano’ e il ‘Centro Studi Calitrani’, due tue iniziative, due strumenti per raccontare la storia di un paese e per fare rimanere in dialogo con esso tutte le persone che negli anni da lì si sono allontanate per destinazioni di ogni tipo. A me, ragazzo di città, quindi appartenente a una dimensione in cui l’attaccamento a un territorio si sviluppa sempre su scala inferiore rispetto a un paese, quelle due tue creature mi sono sembrate subito due opere sacre di cui ho sempre apprezzato l’esistenza.
Non mi ci è voluto molto per capire che tua nipote era la donna da sposare, e non mi ci è voluto molto per poterti chiamare ‘zio’, uno zio acquisito ovviamente. Queste tre lettere raccontano una dimensione sempre speciale, perché sempre difficilmente definibile a priori. È lchiaro a tutti cosa significhino le parole babbo, mamma, nonno, nonna, ma la parola zio può restare un mistero, e diventa una dimensione aperta sempre a nuovi significati in base alla carica umana che mettono nel rapporto i due estremi coinvolti nella relazione. Per provare a definire cosa abbia significato il tuo essere zio mi tornano a mente quelle mattine quando venivo a trovarti al Centro Studi Calitrani. Avevi l’abitudine di essere lì sempre molto presto, c’erano i giornali e c’erano tutti i libri nuovi che avevi appena ricevuto. C’erano soprattutto tutti quei volumi perfettamente foderati, perché niente di essi andasse perduto o rovinato. C’era un sacro rispetto per la parola scritta e stampata. C’era un sacro rispetto per ogni forma di produzione intellettuale, c’era qualcosa che ho visto solo lì, in via Pietro Nenni 1, a Calitri.
E’ stato su questa spinta, misteriosa e sincera, che decisi di venire a festeggiare i tuoi 80 anni il 5 maggio 2018, tornando a Calitri due settimane dopo il nostro rientro pasquale. Era stata organizzata una festa per celebrarti in grande, una specie di sposalizio, cannazze e vino a volontà, a cui non volli assolutamente mancare. Mi accompagna ancora l’euforia di quel viaggio in solitaria. Settecento chilometri di macchina per dire ti voglio bene, cose che sembrano vecchie, ma che invece restano sempre attuali. Ecco la definizione migliore del mio chiamarti zio è tutta nello slancio di quel viaggio, fatto con la complicità di tua nipote che sapeva quanto tenessimo l’uno all’altro e che mi lasciò tornare nel suo e mio paese di elezione. Sì, zio Raffaele, perché anche a me Calitri ha fatto lo stesso effetto che deve avere fatto a te in vari momenti della tua vita, specialmente dopo il terremoto del 1980.
Adesso capisco sicuramente meglio molte delle tue decisioni. Alcune di esse restano avvolte nel mistero, come quelle di tanti di noi. Restano sicuramente tanti puntelli che sei riuscito a mettere nelle vite delle persone che ti hanno conosciuto, compresa la mia. E resta una sicurezza, almeno per me, quella di sapere che hai contribuito con il tuo esempio a rendermi una persona migliore.
Tutti i numeri del Calitrano possono essere recuperati sul sito del giornale.
Link al sito del Centro Studi Calitrani.
Foto in copertina di Federico Roscioli
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