Letteratura

Libropiù.it il guanto di sfida dei librai italiani alla GDO

31 Luglio 2022

L’Associazione Librai Italiani (ALI), ha recentemente lanciato un marketplace pensato dai librai indipendenti per i librai indipendenti. Libropiù, nelle parole del presidente ALI, Paolo Ambrosini, è “una risposta etica, democratica e soprattutto libera” alla crisi oggi attraversata dalla quasi totalità delle 3670 librerie disseminate sulla Penisola.

Presentato all’ultimo Salone del Libro di Torino, Libropiù si pone come una piattaforma di vendita alternativa sia alla grande editoria italiana che alla grande distribuzione internazionale: come un condominio, in cui ogni libraio ha il suo appartamento pensato su misura, la struttura del sito è totalmente decentralizzata per poter esporre in autonomia la propria attività, i propri autori e, qualora uno lo volesse, anche la propria quotidianità. Inoltre, grazie a una sezione pensata per promuovere lo scambio di idee e titoli, i librai possono confrontarsi tra loro monitorando le nuove proposte della letteratura locale e nazionale.

Essendo dunque svincolato dalla logica dell’algoritmo Libropiù offre ad ogni libraio la possibilità di condividere con colleghi e visitatori la peculiarità editoriale che ne fa un presidio culturale del territorio in cui è storicamente inserito. “Tale profondità di catalogo è un patrimonio che oggi non viene valorizzato abbastanza; ed è un problema tanto per noi, quanto per gli editori” rivela Ambrosini. Indicando dunque tutti i testi disponibili e non solo quelli più venduti o sponsorizzati dalle grandi case editrici, la piattaforma stimola il cliente a navigare criticamente un monte libri che supera del 30 per cento l’offerta dei maggiori attori sul mercato.

Il portale, infatti, ha come obiettivo dichiarato quello di dare accesso alla vastissima blibliodiversità del nostro Paese raccontandone le singole realtà, crocevia nostrano di attività culturali e relazionali insostituibili. “È la prima volta che un gruppo di librai si autodefinisce e struttura in un segmento di mercato senza l’intervento degli editori”, rivela Antonio Zaglia proprietario della libreria Estense di Padova e coordinatore del progetto.

L’idea di creare una piattaforma online capace di rispondere concretamente alla sempre più diffusa abitudine di acquistare con un click non è nuova. Già prima della pandemia alcuni grandi editori si erano organizzati per presidiare una quota di mercato che oggigiorno rappresenta un terzo dell’editoria italiana, quinta al mondo per volume d’affari. Ma è solo dopo l’avvento della pandemia che l’ALI ha compreso la necessità di intervenire per spezzare la morsa che stringe piccole aziende a conduzione familiare tra artigianato e globalizzazione.

Sta infatti crescendo in Italia l’insofferenza nei confronti del monopolio delle multinazionali, le quali troppo spesso non reinvestono utili sul territorio. La necessità di un presidio digitale indipendente è anche frutto della risposta etica che i consumatori hanno dimostrato durante il lockdown. Secondo Ambrosini, infatti, questi anni di forzata chiusura hanno dato a molti la possibilità di riscoprire l’importanza del libraio “una figura professionalmente preparata, capace di consigliare nelle scelte d’acquisto senza per forza rientrare nelle logiche di mercato dell’algoritmo”. Ed è così che una ventina di librerie indipendenti si sono lanciate per prime nell’agone del mercato digitale. Tra queste, la libreria veronese Jolly del Libro di Claudio De Signori che ha visto nel progetto la possibilità di dare spazio a quanti non godono del supporto delle grandi casi editrici, ma il cui lavoro rimane fondamentale per capire le mille sfaccettature del presente.

Ambrosini stesso riconosce che la sfida è tutt’altro che facile poiché i costi per la gestione dei software di catalogo così come la nascita nel periodo della pandemia di attori concorrenziali “hanno vincolato alcuni colleghi all’esclusiva”, limitandone l’accesso ad altre iniziative.

Eppure, nell’intento di promuovere una politica culturale che “in cui tutta l’economia creata viene riversata nuovamente nel territorio” gli ideatori hanno deciso di dimezzare i costi di accesso al servizio per tutti i colleghi librai che decideranno di partecipare.  Risulta infatti necessario ricreare l’economia circolare storicamente legata al bene libro, il quale deve tornare ad essere valorizzato anche come strumento capace di creare e sostenere le eterogenee attività culturali che hanno reso la nostra società civile capace di evolversi criticamente negli anni passati.

Si tratta dunque di preservare un bagaglio culturale frutto della passione e del sacrificio dell’editoria indipendente italiana. Un patrimonio di conoscenze messo oggi a rischio dalla logica del profitto ma che non ha mai smesso di dimostrarsi spina dorsale di una letteratura nazionale apprezzata da tutto il mondo per competenza e qualità.

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