Letteratura
L’evoluzionista riluttante: Darwin e l’onestà gentile di un genio
L’evoluzionista riluttante è un bellissimo libro su Charles Darwin e sull’amore per la scienza. Colpisce di questo saggio di David Quammen la sua brevità, quando gran parte delle biografie dedicate allo scienziato supera il migliaio di pagine.
«L’evoluzionista riluttante», già dal titolo, è indovinatissimo. È un libro che sta dietro le quinte, in punta di piedi. Parte, con una scelta secondo me felice, dopo il viaggio del Beagle, in cui Darwin per lo più vomitò e per il quale molto meglio sarebbe leggere il resoconto del viaggiatore stesso, allora poco più che ventenne.
E poi diventa un libro azzeccatissimo perché non si sofferma molto sui fatti, ma sull’intorno di emozioni e di pensieri che accompagnarono Darwin prima di pubblicare L’origine della specie. E’ la storia di un uomo metodico e fragile. Un uomo che si accorge di avere l’asso e il tre di briscola ma che decide di non giocarseli subito.
Per certi versi, ho avuto la sensazione di trovarmi davanti Frodo, sul finire del Signore degli Anelli, quando vorresti che buttasse quel maledetto anello nel vulcano. Darwin cominciò a riempire taccuini sulla teoria “trasmutazionista” intorno al 1840. E, per chi non lo sapesse, pubblicò una prima edizione dell’Origine della specie solo nel 1859, e solo perché gli eventi lo spinsero a farlo. 19 anni. 19 anni di lavoro duro e silenzioso. Di scoperte e fallimenti. Di frustrazione e nausea. Tanta nausea.
Ma anche 19 anni di speranza, di orgoglio, di desiderio di primeggiare. “Detesto alquanto l’idea di scrivere per stabilire la mia priorità, ma certamente sarei molto contrariato se qualcuno dovesse pubblicare le mie teorie prima di me”. In questa frase c’è molto. E c’è lo scienziato profondamente umano. Ecco, «L’evoluzionista riluttante» non mitizza e non deifica. Presenta un uomo straordinario con tutte le sue debolezze e il suo ineguagliabile genio. Un aggettivo usato dall’autore spessissimo per descrivere Darwin è: gentile.
Darwin fu una persona gentile. Quasi per gentilezza decise di aspettare a pubblicare. Con gentilezza chiedeva in tutto il mondo per lettera esemplari di specie da studiare. Con gentilezza allevava piccioni e, dimenticandosi anche un po’ della scienza, li faceva volare come droni per i cieli della campagna inglese.
Per gentilezza, passò una vita a vomitare perché la portata emotiva della sua scoperta era di quelle che mettono a dura prova qualunque stomaco.
Con gentilezza, visse accanto all’amata moglie, profondamente credente, senza mai cercare di convincerla delle sue teorie e senza mai fingere, d’altro canto, una fede che non aveva. Sapendo che Emma avrebbe sofferto, dopo la morte del marito, l’unico pensiero dolcissimo, e che creasse un legame oltre la vita con lei, fu un molto laico bigliettino d’amore, trovato per caso tra le sue infinite carte: “Quando sarò morto, sappi che tante volte ho baciato piangendo questo foglio”.
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L’evoluzionista riluttante – Il ritratto privato di Charles Darwin e la nascita della teoria dell’evoluzione, di David Quammen, Ed. Codice
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