Letteratura
L’educazione sentimentale, da Flaubert a materia astratta
Se solo fossimo più attenti e consapevoli diremmo che l’argomento culturale e di studio che si vuole introdurre nelle scuole, volto ad accrescere il rispetto reciproco che sta alla base di ogni relazione umana, è qualcosa che concerne la letteratura francese ottocentesca e, nello specifico, Gustave Flaubert, che, guarda un po’, nel 1869 pubblica, dopo lunghi preparativi, un romanzo che ha per titolo “L’educazione sentimentale”. La nuova materia che si vuole insegnare negli Istituti Superiori è definita, dunque, dallo stesso contenuto del titolo flaubertiano, ma non si capisce ancora quali siano i suoi princìpi fondanti e quale il metodo che ne disciplina l’apprendimento. Ora, chiediamoci: tenendo conto che il testo del XIX secolo esclude il tema della violenza sulle donne, esso presenta altre correlazioni tra l’insegnamento che si vuole impartire ai ragazzi e alle ragazze delle superiori? Naturalmente, per me, sì. Nel romanzo di Flaubert viene riportato il più implacabile prospetto dei fallimenti sociali. Vi compaiono gli ideali non realizzati, l’amore non consumato, la scarsa importanza della partecipazione collettiva, che coinvolge tutti, giovani e adulti. Resta innegabile che, al di là della subcultura del patriarcato, una sorta di malessere si è incuneato tra le nuove generazioni, dove l’eccesso di alcuni sentimenti può diventare una forza distruttiva e portare alla tragedia. La gelosia che oltrepassa il limite della sostenibilità e conduce a una ossessiva competizione con l’altra persona raggiunge uno stato deleterio molto preoccupante, ma non per questo si può chiedere in giro di non darne normalissime manifestazioni. Bisogna, piuttosto, imparare a gestirla, così come si è sempre fatto, sin dai primordi di un’umanità organizzata. La società moderna, per esempio, l’ha esorcizzarla nell’arte, con melodrammi diventati celebri.
Oggi, come all’epoca di Flaubert, la relazione non può reggersi sull’individualismo sfrenato e di tipo competitivo, meno che mai sul senso del possesso. Se si perde di vista lo scambio amorevole, il confronto costruttivo e il piacere reciproco della compagnia si smarrisce il principio stesso della relazione. Se andiamo a considerare l’esistenza di Frédéric Moreau, il protagonista dell’opera di Flaubert, giovane inquieto e scontento, dalle vaghe ambizioni artistiche e sociali, ci troveremo di fronte a esperienze deludenti e infelici. Ciononostante, egli non prende una deriva che travalica i limiti della crisi esistenziale per degenerare in qualcosa di delittuoso. Frederic, nella sua sofferta ed egoistica interiorità, dimostra di avere, comunque, dei valori di riferimento che gli consentono di gestire i dispiaceri e il senso di frustrazione che lo accompagna, all’interno del quale è contemplato anche l’amore tenero e profondo, ma irrisolto, per Madame Arnoux. Ecco, riuscire a convivere pacatamente con le proprie delusioni e gli insuccessi: questa è la condizione verso cui bisogna tendere, per continuare a relazionarsi convenientemente. Strambe, ma significative quanto serenamente malinconiche sono le pagine che concludono il romanzo: i due amici, Fredric e Deslauriers, dopo tanto tempo riprendono a frequentarsi, e davanti al fuoco raccontano le loro ultime vicende. Nelle considerazioni finali i due convengono sul fatto che non hanno avuto niente di meglio, nella vita, delle risate delle prostitute, quando, adolescenti, si presentarono al bordello con un mazzo di fiori. Da più parti considerato il capolavoro di Flaubert, “L’educazione sentimentale” è una amara denuncia degli inganni e delle meschine velleità della società; è il romanzo che racconta il fallimento esistenziale di una generazione, che non trova risorse per ovviare alla propria disperata condizione. In quest’ottica, la sua lettura critica potrebbe essere un valido contributo di formazione. Lo studio diffuso, ampliato e accorto della letteratura potrebbe risultare un toccasana, e, in tal caso, la scuola non avrebbe bisogno di intrusioni. Al suo interno c’è gente ben preparata e in grado di spiegare un testo, qualunque esso sia.
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