Letteratura

Le ceneri di Pasolini

2 Novembre 2020

Me ne vado, ti lascio nella sera
che, benché triste, così dolce scende
per noi viventi, con la luce cerea
che al quartiere in penombra si rapprende.
E lo sommuove. Lo fa più grande, vuoto,
intorno, e, più lontano, lo riaccende
di una vita smaniosa che del roco
rotolio dei tram, dei gridi umani,
dialettali, fa un concerto fioco
e assoluto. E senti come in quei lontani
esseri che, in vita, gridano, ridono,
in quei loro veicoli, in quei grami
caseggiati dove si consuma l’infido
ed espansivo dono dell’esistenza –
quella vita non è che un brivido;
corporea, collettiva presenza;
senti il mancare di ogni religione vera;
non vita, ma sopravvivenza
da Le Ceneri di Gramsci

P.P. Pasolini
In memoriam, 2 novembre 1975

 

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