Calcio
Le 10 classifiche nelle quali la Francia è al primo posto (e davanti all’Italia)
Italiani popolo di santi, poeti e navigatori, si diceva. Sui santi può anche darsi, ma parrebbe che i letterati e gli armatori moderni siano piuttosto i nostri cugini francesi. Così risulta da una top ten pubblicata da Le Monde, che include dieci settori nei quali la Francia è numero uno al mondo: molti dei quali proprio a discapito del Belpaese.
Poeti, i francesi lo sono eccome: considerando l’ultimo di Patrick Modiano, i transalpini comandano la graduatoria dei premi Nobel per la letteratura con 15 onorificenze su 111 totali attribuite (davanti agli Usa con 12 e al Regno Unito con 10). Il premio, assegnato per la prima volta nel 1901, è stato invece vinto 6 volte da personaggi italiani: l’ultimo quasi vent’anni fa (1997) con Dario Fo, in precedenza Carducci, Deledda, Pirandello, Quasimodo, Montale.
Anche il rapporto con il mare non sembra essere appannaggio italiano, anzi: la Francia è di gran lunga il primo produttore ed esportatore di yacht nel mondo, con una quota di mercato del 32% nel 2013 e un giro d’affari di 422,6 milioni di euro, di cui il 75% realizzato grazie alle esportazioni. L’Italia ha il 4,1% della quota di mercato.
Ma i terreni di confronto non si fermano qui e vanno a intaccare i migliori settori del made in Italy. Innanzitutto, come è noto, la Francia è stata ancora nel 2014 la prima destinazione turistica al mondo: secondo le stime ancora provvisorie dell’Organizzazione mondiale del Turismo, ha ospitato quasi 85 milioni di viaggiatori, sul totale globale di 1,1 miliardi di turisti nell’anno solare. L’Italia, secondo i dati ufficiali del 2013, è al quinto posto con 47,7 milioni di arrivi: molto meno di Usa, Spagna e Cina.
Anche il primato della moda è pericolo. Se infatti l’appeal delle maison italiane è intatto, a fare i migliori affari nell’ambito del lusso sono sempre di più i nostri cugini d’Oltralpe. Secondo uno studio di Bain & Company, i marchi francesi detengono un quarto del giro d’affari di tutto il settore a livello mondiale, mentre il ministero dell’Economia di Parigi sostiene che sui 270 marchi di prestigio nel mondo, 130 – ovvero quasi la metà – sono targati Francia. Del resto basta pensare ai due colossi Lvmh e Kering (ex Ppr), che hanno fatto negli anni ricco shopping in Italia, aggiudicandosi rispettivamente Bulgari, Fendi, Emilio Pucci, Loro Piana, Cova, e Gucci, Bottega Veneta, Sergio Rossi, Brioni, Pomellato.
Siamo ancora primi sul vino, almeno? No. Il primato, riconquistato dall’Italia nel 2012, è stato riportato al di là delle Alpi l’anno scorso: secondo l’OIV (Organizzazione internazionale del vino), il Paese del Bordeaux e dello champagne ha totalizzato 46,2 milioni di ettolitri nelle sue cantine, con un netto rialzo del 10% rispetto all’anno precedente. L’annata nel mondo è stata invece contrassegnata da un calo della produzione, che in Italia ha toccato il -15% a 44,4 milioni di ettolitri.
Toccateci tutto, ma non il calcio. Nonostante i segnali di ripresa del movimento italiano, pare che il made in France tiri parecchio. Secondo l’Osservatorio del Centro internazionali di studi sullo sport di Neuchatel, in Svizzera, la Francia è infatti per la prima volta il primo esportatore di talenti nei quattro maggiori campionati europei ovvero Premier League, Bundesliga, Liga spagnola e Serie A: ben 113 giocatori cresciuti nei vivai di Parigi e dintorni sono approdati l’anno scorso nei più importanti campi di calcio del continente. Più dei brasiliani e degli argentini, per intenderci.
Infine, come è noto, un altro sorpasso si è consumato, già secondo una ricerca del 2000 dell’Oms, nel campo della sanità: benché l’Italia non abbia nulla da rimproverarsi con un eccellente secondo posto tra i 191 Paesi aderenti, è la Francia secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità ad aver il miglior sistema di tutti. Dopo di noi ci sono Spagna, Oman, Austria e Giappone.
Le ultime tre eccellenze individuate da Le Monde non riguardano particolari terreni di rivalità con l’Italia: la Francia risulta essere il primo esportatore al mondo di semi da agricoltura, il miglior Paese (secondo l’Onu) per i servizi amministrativi online e lo Stato più “nuclearizzato” al mondo. Secondo il Nuclear Energy Institute, Parigi produce il 73% della propria energia elettrica grazie ai reattori nucleari. Un primato di cui però vantarsi fino a un certo punto, tant’è vero che il presidente Hollande ha promesso che la percentuale dell’atomo nella fornitura energetica francese scenderà al 50% nel 2025.
Devi fare login per commentare
Accedi