America
La triste sera di Carpenter
Poche cose sanno riassumere passione, tensione e rischio come il desiderio di un ragazzo di scrivere. La scrittura anche quella più ingenua trattiene al suo interno il bisogno di comunicare se stessi e la propria esperienza, un modo per raccontarsi agli altri e per conoscersi meglio. Dick Dubonet, protagonista dell’ultimo romanzo di Don Carpenter, I venerdì da Enrico’s (Frassinelli, Milano 2015 – Traduzione di Stefano Bortolussi) è un brillante e affascinante giovane uomo intenzionato a percorrere uno ad uno tutti gli scalini necessari per arrivare al centro della scena letteraria, ma è anche un ragazzo diviso tra orgoglio e insicurezza, amore e ambizione in un continuo contrasto che a tratti lo scalfisce e lo dilania. In Dubonet crede il suo insegnante di scrittura creativa Charlie Monel e a Dobunet guarda tutta la generazione di giovani scrittori di Portland.
Siamo negli Stati Uniti degli anni Sessanta, la cultura beat si sta imponendo e profondi cambiamenti sono in atto nella società americana come in quella letteraria. Ed è nel mondo degli scrittori che il travolgente romanzo di Don Carpenter è totalmente ambientato e sono le vite e le ambizioni di chi ha fatto della scrittura la propria vocazione che il libro racconta con eccezionale intensità.
I venerdì da Enrico’s sono il ritratto eterno “dell’artista da cucciolo”, ma anche la narrazione precisa di un’epoca d’oro della società e della cultura americana, non priva ovviamente di una parte oscura di terribile durezza. In quel milieu nasce e si forma la figura di Don Carpenter, autore per la prima volta tradotto in Italia e non molto noto nemmeno negli Stati Uniti se non all’interno di una cerchia ristretta di scrittori e intellettuali; un po’ come è avvenuto per James Salter da poco scomparso.
Ed è grazie ad uno dei suoi più accesi sostenitori e attenti lettori come Jonathan Lethem che è possibile oggi leggere I venerdì da Enrico’s e speriamo anche aprire così la strada alla traduzione in Italia dei primi capolavori di Carpenter. I venerdì da Enrico’s viene pubblicato infatti postumo dopo un’attenta revisione dello stesso Lethem coinvolto dalla figlia di Carpenter e dall’editore Jack Shoemaker.
Lethem incontra per la prima volta Carpenter attraverso i suoi libri negli anni Novanta, mentre lavora come libraio a Berkeley. A quel tempo Carpenter è poco conosciuto e i suoi libri si trovano solo nell’usato, morirà suicida nel 1995. Jonathan Lethem ha restituito a Don Carpenter il posto che gli spetta tra i grandi autori della letteratura americana, ai lettori invece l’occasione ora finalmente di conoscerlo.
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