Letteratura

La seconda vita della Libreria del viaggiatore

15 Novembre 2014

Una nuova avventura per la Libreria del viaggiatore a Roma. Comincia oggi nella stessa strada, via del Pellegrino, in cui è nata 23 anni fa grazie a Bruno Boschin.  Sembra quasi un miracolo, di questi tempi, un evento eccezionale in un’Italia (ma non solo) in cui le librerie scompaiono una dopo l’altra per fare spazio a bar, ristoranti e negozi di vario genere.

La prima vita della Libreria del viaggiatore si era conclusa lo scorso febbraio dopo la prematura scomparsa di Boschin. Da quel momento in molti hanno pensato che la storia non dovesse finire così, ma a concedere una seconda possibilità alla storica libreria alla fine sono stati Eleonora Pellegrini e l’editore Luigi Politano di Round Robin. Con un po’ di follia e la voglia di non far sparire una bella realtà ormai consolidata nel centro della Capitale. «L’idea è di mantenere lo spirito originario – racconta Politano – e allo stesso tempo arricchire lo spazio con nuove attività». I locali sono sul lato opposto rispetto alla vecchia posizione, non più al civico 78, ma al 165. «Era importante, però, restare sulla stessa via», spiega il nuovo proprietario. Il viaggio resta al centro di tutto, ma chi si aspetta di trovare solo le classiche guide turistiche resterà sorpreso: «Porremo molta attenzione a proporre cose più di nicchia, compresi titoli rari».

I 160 metri quadri (50 nel piano di sopra e 110 in quello di sotto) saranno divisi tra i libri, il caffè del viaggiatore e la redazione della Round Robin. «Ci saranno poi – svela Politano – una sala lettura dove si potrà sfogliare libri in tranquillità o lavorare (è previsto il wi-fi) e un’area dedicata alle presentazioni». La speranza dei due soci è che la libreria diventi un punto di riferimento per il quartiere e i lettori “di passaggio”. Nel breve futuro partiranno anche altre iniziative, come i corsi per imparare a realizzare una guida turistica (grazie a un accordo con l’agenzia Polaris) e le sezioni dedicate al “noir del Mediterraneo” e alle graphic novel. «Vorremmo creare una programmazione settimanale – aggiunge l’editore/libraio – organizzare workshop e altri eventi sulla letteratura di viaggio». L’intenzione è far sì che il luogo sia un cantiere in continua trasformazione, per questo tiene a precisare Politano: «Apriamo le porte a chiunque abbia idee da proporci su letteratura e cultura del viaggio».

L’apertura dell’attività avviene quasi in concomitanza con l’avvio, sempre a Roma, dell’”Angolo dell’avventura”, la libreria del tour operator Avventure nel Mondo. Un’area di 200 metri quadri a Lungotevere Testaccio 10, nella sede dell’agenzia. Oltre ottomila volumi: guide, cartine, letteratura di viaggio, monografie, saggi e ancora libri per i bambini. Anche qui l’idea è di creare uno spazio per iniziative che ruotino intorno al tema del viaggio. La responsabile del punto vendita è Flavia Cotronei, legata alla Libreria del viaggiatore di Boschin dove ha lavorato per lungo tempo.

Roma si arricchisce quindi di due nuove librerie, dopo un periodo di chiusure a catena che non sembra arrestarsi. C’era stato il caso di Bibli a Trastevere nel 2012 e prima ancora Flexi nel rione Monti. Nel 2013 è scomparsa la Croce in Corso Vittorio Emanuele, al cui posto oggi c’è un negozio di sport. E nell’ultimo periodo hanno abbassato le saracinesche Remainder’s in piazza San Silvestro, Herder in piazza Montecitorio, Newton Compton in via del Corso e Antigone a San Lorenzo. Alla fine di ottobre di quest’anno il grido di aiuto per scongiurare la chiusura delle librerie è arrivato in commissione Cultura, dove la presidente Michela Di Biase ha ascoltato Massimo Botrini, titolare della Cicerone, nel sottopassaggio di Largo Chigi, anch’essa a un passo dal fallimento. Di Biase si è impegnata a verificare «la possibilità di applicare detrazioni fiscali e l’ utilizzo di alcuni spazi del Comune». Nel 2011 la consigliera Gemma Azuni aveva avanzato la proposta di destinare alle librerie indipendenti i beni confiscati alle mafie. Tutte soluzioni che per ora restano inapplicate. Non è più tempo di rimandare le decisioni, i coraggiosi librai (o folli che dir si voglia) non possono essere lasciati soli a difendere da crisi e affitti spropositati gli ultimi presidi di cultura che ancora resistono a Roma.

 

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