Letteratura
La scia
Cercavo le tue lettere, la tua calligrafia, le tue foto, la scia del tuo passaggio, il segno del mio passato e l’essenza del presente, l’anelito di un futuro in cui riscrivere tutto.
Ma non c’è traccia e non c’è scia visibile a questi occhi, di te che hai accettato di vivere il tuo amore al buio, nella penombra, che hai rinunciato a cercare il sole e la luce piena, tanta ne avevi da riscaldare anche l’angolo più remoto del cuore di entrambi.
E così hai cantato sottovoce, hai ballato a piedi scalzi e hai sospirato sul giaciglio più freddo. Senza chiedere hai dato e senza mostrare nulla sei stata felice, al buio mi hai reso un uomo.
Hai diffuso il tuo profumo e stillato fino alla sua ultima piccolissima goccia e così hai raggiunto mondi lontani che mai prima d’ora ne avevano saputo. Hai lasciato agli altri l’illusione di essere migliori e così ti sei lasciata giudicare, sebbene il primato fosse destinato a te che lo avevi già rifiutato.
La tua bellezza è esplosa anche nell’ombra e a nessuno è stato concesso di ignorarla, offuscarla o trattenerla, irriverente, incontenibile, così potente da costringere anche le labbra serrate dei nostri giudici ad accennare un sorriso al tuo passaggio.
Hai camminato lieve e ogni giorno hai distrutto la maldicenza con la luce della tua scia che riempiva di grazia lo spazio percorso da te. Hai amato cosi, senza misura e immensamente.
L’amore si è consumato in notti furtive, in giorni che hanno bandito la luce, tenendola fuori in ore dense di odore e sospiri. Il tuo petto delicato si è sollevato a lungo e a lungo hai trattenuto il grido del tuo piacere, regalando a me l’effluvio più caldo che mi ha resuscitato sempre.
Così discreta, dolce e avida è stata la tua bocca che ha addestrato la mia a prendere e restituire, senza fretta e senza paura.
Ti sei lasciata cadere e hai fermato il colpo, che ha fermato il tuo respiro, con la curva morbida della tua schiena a dipingere un’arco e confondersi sinuosa con il mio movimento al tuo comando.
L’odore del tuo sangue era metallo ed è diventato oro, dolce e duttile, accondiscendente, ha preso la forma che volevi, fino al piacere e al pianto e al riso.
Se avessi fotografie di te, sarebbero il ricordo immoto e perenne della tua casa in penombra, di quelle curve, di quella carne, della pelle e dei capelli, degli occhi socchiusi e delle mani generose e gentili e delle mie braccia a coprirti e proteggerti; dai pensieri del dopo e dalla paura del poi, da ogni esitazione e dalla certezza inconsapevole che i ricordi sarebbero rimasti per non essere malinconia e neppure dispiacere.
Cerco ancora quella scia e la seguo. Scintille destinate a non spegnersi mai e tracce di passi già fatti lungo un cammino che non può interrompersi.
Insieme eravamo la bellezza e insieme siamo rimasti per sempre, anche adesso che non ho quelle fotografie a suscitare la mia malinconia, anche adesso che la tristezza prova a conquistarmi con il dolore per non poterti rivedere, e respirare e stringere e possedere ed essere tuo di più.
Anche adesso che abbiamo voltato l’angolo che ci pareva insuperabile, ci spaventava e ci ricordava che avremmo dovuto salutarci.
Hai lasciato che ti mentissi dicendo la verità e mi hai reso sincero e fiducioso. Sapevi che serviva a liberarmi e hai finto di essermi preda, presa e ingannata, mentre eri tu a condurmi a te e ti abbandonavi alla sorte che sapevi essere scritta per noi.
Lo sapevi solo tu e ti facevi beffe di chi ti diceva com’era e com’è sarebbe stato. Il prezzo era stato già pagato e la nostra scia era tracciata in cielo da sempre.
Oggi guardiamo lo stesso cielo da posti lontani e ci troviamo la stella che abbiamo condiviso e poi spezzato. E’ ancora lì. Ci conducono a lei mille fuochi tremuli incastonati nel cielo blu che è nostro. Fiamme fatue e ancora felici di noi che possiamo seguire da soli ora che abbiamo mete da raggiungere di cui non sappiamo l’un l’altro.
Fino alla nostra stella che parrà essere il traguardo e ci farà indugiare, un solo attimo, prima di saltare impavidi con il coraggio che in quelle notti abbiamo imparato.
Per rinascere e trovarci ancora di là.
Nell’ombra o nella luce, come vorremo o come il nostro amore vorrà.
Seguendo la nostra scia.
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