Letteratura
La provocazione di Saviano al Premio Strega: Ferrante contro i taroccamenti
In un recente post su Facebook (che accompagna una lettera apparsa sulla Repubblica), lo scrittore Roberto Saviano si è occupato di premi letterari. In particolare, l’autore di Gomorra si è scagliato – senza i toni dell’esagerazione ma con stilettate continue – contro il Premio Strega, oggi assieme al Campiello il premio letterario più importante o, per lo meno, conosciuto in Italia.
Saviano nel post scrive che lo Strega è da sempre territorio per “magheggi” e combinazioni tra grandi editori, di spartizioni di territorio (editoriale) e regolamenti falsati da strette di mano tra editori, dove l’anno prima vince questo e l’anno successivo trionfa quell’altro.
Nulla di nuovo sotto al sole, del resto. Da sempre si sa che i premi letterari di così largo respiro nascono per lanciare i best seller dei principali marchi editoriali: Mondadori ed Rcs libri. Spazio per altre manovre non esiste; gli altri si devono accontentare di premi minori, meno roboanti.
Ma Saviano si spinge oltre, e nel suo post lancia sulla scena Elena Ferrante, pseudonimo di un’autrice poco valorizzata in Italia – o almeno non così famosa come la Tamaro o la Casati Modigliani – ma decisamente molto seguita negli States, dove è una vera e propria autrice da long seller. Elena Ferrante pubblica in Italia per le edizioni e/o, ed è esattamente per questo (oltre al fatto, credo, che la stimi dal punto di vista letterario) che Saviano insiste sulla Ferrante, affinché, insomma, cerchi di scalfire le due superpotenze editoriali.
È una provocazione che scuote – lui, del resto, è uscito in malo modo da Mondadori per approdare alla Feltrinelli, che da sempre si batte contro i due colossi –, che fa parlare e approfondire. Di certo è che il Premio Strega, Ferrante o non Ferrante, avrebbe un gran bisogno di ripulirsi l’immagine, trovando finalmente un vincitore degno di questo nome, indipendentemente che pubblichi per la casa editrice di Segrate o per quella presieduta da Paolo Mieli.
@giulio_serra
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