Letteratura
La natura esposta di Erri De Luca e il miracolo dell’arte
“La Natura esposta proviene da un ascolto. E’ un racconto teologico: se il mondo e le creature viventi sono opera di una divinità, ogni racconto lo è necessariamente.”
Questa premessa, doverosa direi, ci fa percepire sin dall’inizio della narrazione la vera essenza del libro “La Natura Esposta per l’appunto, scritto da Erri De Luca e pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli.
La trama narra l’esperienza vissuta da un scultore in bronzo che fu incaricato di restaurare la statua di un crocifisso e lo scrittore si fa portavoce del suo racconto descrivendo i particolari, le emozioni e gli stati d’animo che lo hanno caratterizzato utilizzando la prima persona singolare per far sì che sia lo scultore stesso a raccontare.
Egli abita in montagna, vicino al confine di Stato, e riesce a racimolare qualche soldo grazie a piccoli lavori di riparazione di sculture. Un giorno decide di lasciare il luogo dove ha sempre vissuto e va a vivere in una città di mare e viene incaricato di restaurare una parte delicata di un crocifisso ovvero quella che si è solita chiamare la natura esposta. Quella che si trova davanti è una scultura perfetta in ogni sua angolatura e quasi ne percepisce la materia viva che pulsa sotto il marmo bianco, puro, candido ed osserva stupito come il miracolo dell’arte si compia ogni volta perché la materia plastica diventa vera al solo tatto e le sensazioni provate nel toccarla rendono il lavoro sublime, un’estasi pura.
“La piccola opera da eseguire si sta impossessando dei miei sensi”– confessa lo scultore.
Durante le fasi di lavoro si riflette sulla crudeltà umana e su quanto sia stata orrenda la volontà di impalare un uomo su un crocifisso per rendere interminabile la sua agonia e portarlo alla morte. Ci s’interroga, ammirando l’opera d’arte, su quale valore abbia oggi la fede e quanto sia indispensabile credere a qualcosa o a qualcuno per riuscire a rendere i giorni trascorsi sulla terra semplicemente vivibili.
Il racconto inoltre mostra la vulnerabilità di un uomo che alla soglia dei sessant’anni non ha paura di mostrare le proprie fragilità facendo un bilancio, a volte amaro, di quella che è stata la sua vita. Dietro la patina di uomo burbero, ombroso e solitario, si nasconde una sensibilità straordinaria che lo rende artista non solo perché è stato in grado di rendere autentica una scultura, ma anche perché è stato capace di donare cuore e anima ad una materia informe che dalle sue mani è riuscita a prender vita ed Erri De Luca ha avuto il merito di trascrivere a parole un racconto che, oltre all’espediente narrativo, ha saputo farci emozionare e riflettere.
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