Letteratura
La “ministra”
Quando nacque la piccola Bianca, tutti si aspettavano una bambina da copertina: i genitori erano belli, fotogenici, e la madre aveva avuto una gravidanza da manuale.
Ma quando, in sala parto, l’ostetrica la sollevò come Simba nel Re Leone, ci fu un attimo di silenzio.
Poi, un leggerissimo “Oh…” percorse la stanza. Non era proprio brutta, no. Era… particolare. Occhi piccolissimi, naso importante, una fronte ampia e pensosa.
Il primo a rompere l’imbarazzo fu lo zio Carlo, uomo di spirito rapido e lingua svelta. “Ma che sguardo intelligente… sembra già che stia facendo i conti dell’IMU.”
Risero tutti, nervosi.
“Davvero,” aggiunse con un sorriso malandrino, “mi ricorda il Ministro Visentini. Ha proprio un’aria di seria e pensosa.”
I genitori non seppero se offendersi o ringraziarlo per aver salvato la situazione.
Ma la frase fece il giro della famiglia, e da quel giorno, in casa, la neonata fu soprannominata affettuosamente “la Ministra”.
Gli anni passarono, e Bianca crebbe. Persa quella strana gravità da bebè, divenne una bambina bellissima.
Capelli ramati, occhi limpidi, un sorriso da pubblicità. Quando, a diciotto anni, vinse un concorso di bellezza, lo zio Carlo, si pronunciò nuovamente sulla nipote: “Sì, è bellissima. Ma io l’avevo detto fin dall’inizio che era speciale: aveva lo sguardo di chi sa gestire un bilancio di Stato!”
E ancora oggi, ogni volta che in famiglia nasce un bambino un po’… discutibile, tutti si chiedono sottovoce: “Sarà un altro Visentini?”
Poi si ride, si parla d’altro e si aspetta che il tempo faccia il suo corso.
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