Letteratura
La giornata del grillo
Tutto è cominciato all’alba.
Lui, in genere, si alza tardi ed io, che, invece, sono molto mattiniera, cerco di muovermi per la casa in punta di piedi per non disturbarlo.
Stamattina, invece, quando scendo in cucina, lo trovo già li.
Sta bevendo il caffè ed è già vestito di tutto punto.
“Già alzato?“, chiedo.
“Come vedi”, risponde lui.
“E già pronto per uscire?”
“Infatti”.
“Come mai?”
“Sto andando in stazione, ho un treno tra un’ora.”
“E si può sapere, di grazia, per dove?”
“Vado a Roma, c’è un incontro con alcuni ex colleghi.”
“E hai deciso di andarci all’ultimo momento?”
“Ieri sera, quando tu eri già già le braccia di Morfeo, ho aperto dal cellulare la mia casella di posta elettronica, che non controllavo da giorni, e ho visto l’invito. Così ho prenotato il treno…”
“Fammi capire, vai e torni in giornata?”
“Si. Il treno dovrebbe essere a Roma in tarda mattinata. Partecipo all’incontro e verso metà pomeriggio prendo un altro treno per rientrare a casa”
“Uno sbattimento”
“Avevo anche preso in considerazione l’idea di fermarmi a dormire lì, ma poi ci ho ripensato”.
“Perché?”
“Beh, stasera avevo il poker con gli amici…”
“Non ti fai mancare niente”
“Già, si prospetta una giornata intensa.”
“Oggi”
“Perché lo dici con quel tono?”
“Non posso fare a meno di confrontare il tuo programma di oggi con quello di ieri, quello di domani, quello di quasi sempre”
“Programmi molto meno usuranti, intendi dire…”
“Se li vuoi definire così.”
“Mica si può fare l’ameba tutti i giorni che Dio manda in terra!”
“Hai ragione, ogni tanto val la pena di programmarsi una giornata da grillo!”
“Fammi chiamare il taxi che, sennò, perdo il treno…”
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