Letteratura
La forza dei ricordi
Un signore di circa ottant’anni entra in panetteria.
La tre donne che servono al bancone lo salutano festosamente: “Ciao, Pino!”.
Mentre aspetta il suo turno, lui scherza con la più anziana, la titolare: “Io ho due padrone: una sta a casa, l’altra sta qui.”.
Dopo aver fornito questa prova di devozione, si dedica alle giovani commesse.
Rivolto ad una delle due, indica la bustina che la ragazza per motivi di igiene porta sulla testa e le dice, passando al dialetto veneziano :“Come te stan ben sta beretta”. Passa infine a lodare l’altra commessa, quella alta e bionda :“Ti me par ‘na statua!”.
A quel punto la proprietaria della panetteria replica, ridendo: “Insomma alla fin fine ti piacciono tutte!”.
“Si – ammette Pino, agitando una mano con pollice ed indice alzati – Il fatto è che non posso più far niente!!!”.
Tutti ridono.
Poi la padrona del forno dice:“Beh, almeno ti restano i ricordi…”.
“Già– fa lui, cercando i toni per esprimere comicamente la nostalgia per quello che è stato e non è più- e che ricordi!!!”.
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