Letteratura

La censura di Céline: lo spettro dell’oscurantismo

14 Gennaio 2018

La casa editrice Gallimard ha deciso di non pubblicare gli scritti polemici e antisemiti di Louis – Ferdinand Céline.
Forse memore dell’Affaire Dreyfus e preoccupata per un improbabile J’accuse di qualche coraggioso – ma pure inesistente – intellettuale neozoliano, la Francia ha preferito la strada dell’autocensura: oscurare uno dei grandi della cultura francese, europea e non solo.

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Si tratta della stessa Francia che ha dato, invece, libero sfogo all’islamofobia di Houellebecq, in Sottomissione.
Si tratta della stessa Europa che ha lasciato circolare le copie del Mein Kampf, ripubblicandole, perché, appunto, la storia non si può censurare.
Si tratta dello stesso mondo che non ha alcun problema ad ascoltare i discorsi del presidente USA, quello che è stato democraticamente votato alla guida della prima potenza globale e che chiama “cessi” Paesi come El Salvador e Haiti, rifiutando così ogni forma di accoglienza per chi arriva da quegli Stati.

L’oscurantismo è in agguato anche in democrazia e riparte proprio dalla Francia, nazione-simbolo dell’Illuminismo: paradossi della storia!

Ma le ragioni stanno altrove: Céline è un autore scomodo. Con il suo aforismatico, lucido sarcasmo nel Viaggio al termine della notte, dichiara senza edulcorazioni che la vita con i suoi inganni è come un infinito che si spalanca, un ridicolo piccolo infinito … e noi ci caschiamo dentro…
Anzi, precisa: il viaggio è la ricerca di questo niente assoluto, di questa piccola vertigine per coglioni.
E il mondo globalizzato, che ha il dovere della felicità e l’obbligo dell’ottimismo, non lo accetta.
Quindi, meglio la censura. Oppure va bene anche l’acclamata traduzione francese dell’inno alla passiva accettazione della debolezza umana scritto da Alessandro D’Avenia: L’arte di essere fragili.
Basta leggere la pagina Facebook dell’autore, il suo blog profduepuntozero.it, per prendere atto della metamorfosi di Leopardi in un quasi “predatore di felicità” e dello strumentale rilancio di un Cristianesimo 2.0: occorrono rassicuranti menzogne intellettuali per sopravvivere!

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Ma davvero basta illudersi che la riesumazione dell’amore stilnovistico o la deformazione ideologica del pessimismo leopardiano propagandate da D’Avenia e espressione della forte paura che fanno i maestri del sospetto come Céline, possano deviare il viaggio al termine della notte?

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