Letteratura

‘La casa della poesia’ di Nuno Jùdice

16 Marzo 2024

Ormai la poesia sfugge a una definizione precisa. È maturata nei secoli questa forma di scrittura, affrancandosi dalla rima, per trovare sempre nuove forme a servizio delle emozioni e dei sentimenti. Allora partiamo da qui per raccontare qualcosa del libro di Nuno Judice, ‘La casa della poesia’, edito da I Quaderni del Bardo, casa editrice salernitana. Partiamo dalle definizioni di poesia della Treccani, edizione 2003. Un primo livello è: arte di produrre composizioni in versi, utilizzando rime e altri strumenti della metrica. Un secondo livello è questo: carattere di una qualsiasi composizione o opera in grado di suscitare emozioni, di evocare atmosfere suggestive. Su un terzo livello la definizione di poesia offerta dalla Treccani è la seguente: carattere che può essere attribuito a qualsiasi oggetto, situazione, comportamento, in quanto contengano qualcosa di sentimentale, in quanto richiamino le ragioni del cuore.

La poesia di Nuno Jùdice si colloca esattamente al centro di questa ultima definizione. È qualcosa in grado di suscitare emozione, spesso, almeno per quanto riguarda questa silloge, senza ricorrere alla rima e mantenendo sempre un ancoraggio robusto alla costruzione in versi. E l’oggetto di questa raccolta di poesia è la poesia stessa, descritta nell’atto del suo prodursi, che è l’atto, la fatica, la pena di cercare un senso ai versi, mettendo in fila una serie di emozioni.
Il poeta lavora adesso nell’importazione ed esportazione. Importa 
metafore, esporta allegorie.  
È in quel troncamento del verso, del predicato verbale [importa / metafore] il primo segno poetico di Nuno Jùdice, perché con quel troncamento introduce un elemento di incertezza: cosa importa il poeta? Elemento che viene chiarito subito dopo, nell’attimo di un respiro: importa metafore, figure retoriche, suoni che restituisco un senso.

Altro elemento della poetica di Jùdice è il paradosso, spesso cercato attraverso parole vecchie, relegate da una parte del dizionario. Perché Jùdice, così come ogni poeta, è prima di tutto devoto alla parola, alle parole, a tutte le parole. E al suono che esse producono quando di accostano tra loro. E uno dei paradossi per l’autore è che le parole possano diventare oggetti, cose concrete che possono essere regalate.
Che ho darti? Una grammatica di sentimenti,  
verbi senza il completamento di una vita, i sostantivi  
più poveri di un vocabolario intimo – l’amore, il desiderio,  
l’assenza. 
Così le parole diventano sintomo di una ricchezza ostentabile e allo stesso tempo di una povertà non ostentata. Diventano qualcosa che nobilita il lavoro di ogni giorno e la natura più intima dell’uomo.

C’è un’ironia di fondo in tutte le poesie che compongono la silloge. È l’ironia di essere poeta. E l’ironia è sempre, e ancora, nell’uso delle parole, nelle pareti di una casa che hanno la consistenza del verso, e il tetto il peso di una strofa. Una delle caratteristiche di Jùdice è il divertissement che sa creare, riuscendo sempre a strappare un sorriso con le sue composizioni, soprattutto uscendo sempre dal luogo comune.
Per parlare in che modo si ottiene la poesia, 
la retorica non serve. Si tratta di una cosa semplice, che non  
ha bisogno di raffinatezze e di formule. 
In questi versi c’è una grande verità, raccontata con leggerezza. È una delle verità attorno alla poetica di questa raccolta di versi, tutti fortemente caratterizzati da una spiccata immediatezza. L’autore, attraverso di essi, sembra voler raccontare il suo approccio alla poesia, fatto di parole semplici e di espressioni domestiche, tratte dalla vita di tutti i giorni.

Il titolo della raccolta dice ancora una volta qualcosa di più sull’idea di poesia di Nuno Jùdice. ‘La casa della poesia’ rimanda al quotidiano, a un posto dove è sempre bello fare ritorno la sera, dopo aver trascorso la giornata dietro mille questioni di vario tipo. Un medico scrive una ricetta, ma anche un poeta può scrivere una ricetta.
Usi la poesia per elaborare una strategia  
di sopravvivenza nella mappa della sua vita. Ricorra  
ai dispositivi dell’immagine, sapendo che 
essa le consentirà un accesso alle risorse  
della sua anima.  
La poesia, così, diventa una medicina da tenere sempre in casa, alla portata di tutti. Un po’ di paradosso e di ironia non guastano mai. Una casa che si riempie di squarci di poesia, e così può succedere una mattina presto di prendere un autobus per le nuvole, e di stare seduti a una fermata insieme alle muse di Jùdice.

La casa della poesia, i Quaderni del Bardo Edizioni, p. 106, euro 10.40

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