Letteratura

La biblioterapia come cura per i malanni del nostro tempo

1 Settembre 2016

Con il termine biblioterapia s’intende il curare una forma di malessere strettamente psicologico attraverso l’utilizzo di uno specifico strumento ovvero il libro. Poche informazioni e per lo più frammentarie sono in nostro possesso e le radici con fondamento storico risalgono addirittura ai tempi del filosofo Aristotele che, nella sua Poetica, parlava già di una catarsi che avveniva grazie al teatro e ai testi letti e rappresentati dagli attori sul palco davanti agli occhi degli spettatori curiosi e rapiti da questa nuova forma d’arte.

Fabio Stassi, autore del libro “La lettrice scomparsa” edito dalla casa editrice Sellerio, racconta come la biblioterapia possa essere considerata come un valido aiuto per coloro i quali soffrono di disturbi legati ad un malessere che inibisce il normale svolgimento della vita quotidiana.

Il protagonista, Vince Corso, professore disoccupato e counselor decide di sbarcare il lunario e di ovviare a questo tedio che lo attanaglia, tanto da sfociare in una depressione latente, aprendo uno studio in casa propria per rendere un servizio alla comunità nella speranza di guadagnarci qualcosa e di poter pagare almeno l’affitto. In una Roma sempre più complice, la biblioterapia offerta da Vince non ottiene grossi risultati perché ogni paziente che si reca nel suo studio possiede incosciamente la cura per i propri mali nutrendo così una sorta di sfiducia per questo “specialista” che cerca di alleviare le pene altrui consigliando un libro per ogni caso specifico non considerando che le donne che si susseguono nel suo studio hanno solo bisogno di essere ascoltate da mariti troppo distratti.

Emerge la descrizione di un personaggio surreale, con la testa fra le nuvole, che si ritrova suo malgrado a risolvere pure un giallo accaduto fra le mura del suo condominio e grazie ad una sensibilità straordinaria e ad un animo colto e raffinato la malinconia che traspare da ogni sua azione diventa amabile perché viene consolata dalla musica degli chansonnier francesi che intonano da un vecchio giradischi ballate d’altri tempi.

Anche lui, anima solitaria, si ritroverà vittima dei suoi stessi demoni aggrovigliati come una matassa dai fili troppo spessi per poter essere dipanati e allora a Vince non resta che rinchiudersi nella sua torre d’avorio consapevole che la sua unica consolazione giunge dai suoi libri, compagni fedeli di una vita.

Con un linguaggio fluido ed avvolgente, Fabio Stassi riesce a scrivere un romanzo introspettivo capace di evocare la potenza grandiosa dei libri che anche se non sono in grado di curare i nostri mali almeno riescono a tenerci compagnia nel nostro divagare quotidiano.

Votazione complessiva: 9

La lettrice scomparsa Stassi

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