Letteratura
“La bella confusione”, un libro sul grande cinema di 60 anni fa
Il 1963 è un anno importante nella storia del cinema italiano.
E’ l’anno in cui escono due capolavori, Il Gattopardo di Luchino Visconti e Otto e mezzo di Federico Fellini.
La nascita, la lavorazione e l’accoglienza ricevuta da questi due film sono il tema dell’ultimo libro di Francesco Piccolo, “La bella confusione”.
Un libro che si legge come un romanzo.
I cui protagonisti sono i due registi, ma anche Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni, Ennio Flaiano, Sandra Milo, Suso Cecchi d’Amico, Burt Lancaster, Pier Paolo Pasolini.
Nel libro c’è un po’ di tutto: si dà spazio all’analisi delle diverse poetiche e dei diversissimi sistemi di lavorazione che hanno caratterizzato l’opera dei due maestri, ma non solo.
La parte più avvincente e godibile del libro è quella in cui si dà conto della rivalità che esisteva tra i due, spesso sconfinante nell’ostilità.
Siamo dalle parti del gossip, del dietro le quinte.
Ma tutto è rigorosamente documentato.
Piccolo, come evidenzia il risvolto di copertina, ha “setacciato lettere, filmati, appunti, diari, pettegolezzi, testimonianze”.
La prima testimonianza raccolta da Piccolo è quella di Claudia Cardinale.
Piccolo la incontra nel 2014.
Lei è stata invitata come ospite al festival di Sanremo e lui è uno degli autori della manifestazione.
I due si incontrano per mettere a punto i temi che poi saranno affrontati sul palco del festival quando ad intervistarla sarà Fabio Fazio.
In quell’occasione salta fuori un ricordo di un passato ormai piuttosto lontano, quello dei Festival di Sanremo che la Cardinale andava ogni anno a vedere in tv a casa di Visconti, insieme a diversi amici, con i quali poi puntualmente si scommetteva sul nome del vincitore.
La conversazione tra la diva e Piccolo poi continua e si arriva a quel 1963, in cui la Cardinale è stata ingaggiata da Visconti per interpretare Angelica Sedara nel Gattopardo.
Sul set Visconti è molto attento ai particolari.
Vuole che il personaggio interpretato dall’attrice colpisca lo spettatore non solo per il suo indubbio carisma fisico, ma anche per il suo scoperto desiderio di utilizzare il proprio fascino per compiere un’arrampicata sociale.
Chiede quindi a Claudia di infoltire le sopracciglia, di mordersi ogni tanto le labbra, di camminare a grandi falcate, di passare per le porte come un animale sicuro, di prendere possesso del territorio come una pantera.
“Ricordati”, dice, “gli occhi devono dire una cosa che la bocca non dice. Anche se ridi, gli occhi non devono ridere. Insomma, con una parte del tuo viso e del tuo corpo devi raccontare una storia diversa e contraria a quella che racconta l’altra parte del tuo viso e del tuo corpo”.
Finite le riprese, Claudia va a salutare il regista prima di tornare a Roma, dove è attesa da Fellini, che sta girando “Otto e mezzo”.
Quando va a salutare Visconti lui le dice: “Fammi questo regalo, quando stai girando fai finta di confonderti e chiamalo Luchino, e poi ti correggi”.
Una richiesta seria, più che una battuta perfida, sospetta Claudia.
La chiacchierata pre-festival con la Cardinale dà a Francesco Piccolo l’idea di questo libro.
Un’idea che tiene in serbo a lungo, come fa con molte idee che pensa un giorno di sviluppare.
Il libro non ci racconta solo molte cose sul cinema degli anni 60, ma ci descrive bene il clima di quegli anni, molto più ricco di fermenti, di vitalità e di fiducia nel futuro di quello attuale.
Un’ultima annotazione sul titolo del libro, “La bella confusione”: era il titolo che Ennio Flaiano aveva proposto per il film cui poi Fellini darà il titolo di “Otto e mezzo”.
Il film, sicuramente il più autobiografico di quelli di Fellini, è infatti la storia di un regista al quale non mancano le idee, ma la capacità di sceglierne alcune e di scartarne altre. Insomma: una bella confusione.
Anzi, direi io, una confusione bella.
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