Jonas – L’esame

Jonas non aveva dormito granché, quella notte. L’emozione, il caldo, i pensieri e le zanzare gli avevano lasciato solo poche ore di tregua. E quando si era alzato dal letto, la stanchezza accumulata in quegli ultimi giorni gli appariva un pesante incombente fardello dal quale, pensava, non avrebbe potuto riprendersi in tempo.

E il tempo, questa volta, non era dalla sua parte.

Doveva infatti raggiungere velocemente la sede del suo ultimo esame. L’ultimo di una lunga serie ma, c’era da scommetterci, il primo di una nuova serie ancor più lunga di quella precedente. Come recita il vecchio proverbio?, si chiese divertito. Già, gli esami non finiscono mai. E questo era ciò che gli stava accadendo, negli ultimi tempi: ormai, anche amici e conoscenti avevano cominciato tutti ad esaminarlo, senza tregua, giudicavano i suoi comportamenti, le sue opinioni, le sue più piccole reazioni, formulavano valutazioni analitiche sul suo operato, pronti a dispensare consigli ad ogni piè sospinto.

Perché cimentarsi, si chiedeva mentre velocemente raggiungeva l’edificio dove sarebbe stato esaminato. Per quale ragione mettersi alla prova su qualcosa che gli appariva ora estraneo al suo presente? Ormai quella tappa era stata superata. Jonas era oggi un nuovo Jonas, diverso dal passato. E l’io presente era così diverso dall’io passato che quasi non si riconosceva più. Ma, forse, è possibile in questo modo fare ordine nella propria esistenza. Pizzorno. L’io futuro lo stava aspettando, inesorabile. Serviva un nuovo slancio.

Si riscoprì improvvisamente allegro, sereno. Un nuovo esame, finalmente, su cui mettersi alla prova! Quanto gli erano mancati, negli ultimi tempi, questi momenti di leggera euforia. Aprì la porta. Vide la commissione al completo davanti a lui, che lo aspettava. Avanzò verso di loro. Si sedette, e cominciò a rispondere al fuoco di fila delle loro domande.

Tranquillamente, senza alcuna fretta.