Letteratura
JONAS – L’AUTOSTOP
Era giovane allora, Jonas. Poco più che ventenne. Ma quell’immagine, il ricordo di quell’immagine lo faceva star male ancor oggi. Perfino dopo tanti anni, e tante nuove immagini che avevano riempito la sua vita.
Davanti al casello di entrata, o di uscita, dell’autostrada: lui da una parte, un altro giovane, più o meno della sua età, dall’altra parte. Così si trovavano, sui lati opposti dell’autostrada, con gli spenti mozziconi di sigaretta tra le labbra.
Jonas e l’altro osservarono a lungo i reciproci cartelli che imploravano un passaggio, un passaggio per la medesima località: identica, come identici erano i loro volti da disperati. Uno dei due doveva essere in errore, questo era evidente.
Si studiarono l’un l’altro un poco: quasi uno specchio. Entrambi estrassero un fiammifero dalla tasca posteriore dei pantaloni, si riaccesero gli storti mozziconi e, di nuovo, si misero pazienti ad attendere il passaggio.
Piangendo.
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