Letteratura
Jonas – Il sogno
Svegliandosi quella mattina da sogni inquieti, Jonas non si trovò trasformato in un enorme insetto, come egli stesso aveva sognato e creduto al suo risveglio. Osservò attentamente tutti i dettagli e i particolari del proprio corpo, ma non riuscì a trovare la minima prova, nessun indizio di metamorfosi.
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Insomma: era rimasto un uomo.
Si trovò così costretto a lavarsi vestirsi uscire di casa come al solito, come se nulla fosse accaduto. E nulla, difatti, era accaduto.
Al pari di ogni mattina, Jonas si recò al lavoro nell’ufficio di piazza Libertà, dove era impiegato in qualità di contabile amministrativo. Salutò con brevi cenni del capo l’usciere, e poi i colleghi che gli passavano a fianco, indaffarati e tristi.
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Ancora una volta, stava pensando mentre varcava la porta del suo ufficio, di nuovo quel sogno, e poi al risveglio tutto come prima, nessuna novità: grandi premonizioni, limpidi messaggi di rinnovamento. Ma poi ogni cosa è tale e quale a prima. La mia vita cambierà, cambierà, ma cambierà mai davvero?
Salve, Jonas. Mirna Laty, eterna collega, saluto mattutino. E’ libero stasera per caso? ho qui due biglietti per l’opera regalati da mia sorella sa non riescono mai ad uscire per via di quel loro bambino che non piace a nessuna baby-sitter e piange sempre e così sono costretti a rimanere a casa e allora hanno pensato a me e…
Jonas non la sentiva più. Si era chinato sul suo tavolo da lavoro, sulle decine di pratiche da sbrigare. Come ogni giorno, come sempre. Ma qualcosa cambierà, prima o poi, deve cambiare.
Alle undici di sera, come ogni sera a quell’ora, Jonas era già nel suo letto con un romanzo in mano. Lesse qualche pagina distrattamente, puntò la sveglia che depose sul comodino al suo fianco, spense la piccola abat-jour che pendeva sopra il suo capo e si assopì nel suo sogno, nel suo solito sogno.
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Chissà se stavolta, domattina…
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