Letteratura
JONAS – IL REGALO
Usando i mezzi pubblici, occorrevano circa 20 minuti per raggiungere il centro, dal suo ufficio. Jonas calcolò poi un altro quarto d’ora per arrivare al negozio e scegliere l’anello più appropriato. L’appuntamento era fissato per le 19.30. Bastava dunque uscire dal lavoro poco dopo le 18.30, per essere in gioielleria attorno alle 19.00. C’era tutto il tempo per valutare quale fosse il regalo migliore per la sua nuova fidanzata. L’aveva notato in vetrina, qualche giorno prima: un piccolo zaffiro incastonato in un giro di brillanti, e questo era ciò pensava di comprarle. Ma era certo meglio verificare, prima della scelta definitiva, se per caso all’interno non ci fossero oggetti più adatti a lei, alle sue esili dita di impiegata di secondo livello.
Trentacinque minuti. Poco più di mezz’ora lo separava da quel gesto – così piccolo e insignificante – eppure così importante nel determinare il corso degli eventi futuri. Il primo anello di fidanzamento della sua vita, a quarant’anni suonati: stentava a crederci perfino lui. La sua storia sarebbe cambiata radicalmente, da lì a poco. Definitivamente.
Alle 18.35 precise Jonas salutò i colleghi dell’ufficio, scese le due rampe di scale quasi volando, verso la più vicina fermata d’autobus. Salì sul mezzo pubblico alle 18.40, sistemandosi alle spalle del conducente, il suo luogo preferito, da cui poteva agevolmente controllare la guida e il percorso cittadino. C’era poco traffico, quel giorno. In soli 15 minuti erano già in centro, molto più velocemente del previsto. Quando passarono di fianco al Duomo, Jonas si alzò, schiacciò il pulsante per prenotare la discesa e si apprestò ad abbondare l’autobus, sorridendo. Mancava poco alla sua nuova vita, una manciata di minuti.
Guardava ora distrattamente in direzione della fermata che si stava avvicinando. All’improvviso, ebbe un sussulto: i suoi occhi increduli focalizzarono meglio l’immagine. Una figura familiare camminava nella stessa direzione dell’autobus. E non era sola. Fu come ricevere un pugno nello stomaco. Era lei, proprio lei, la sua amata impiegata di secondo livello, che passeggiava felicemente abbracciata ad un uomo. Scese come in trance. Cominciò a seguirli. Di tanto in tanto i due rallentavano il passo per scambiarsi qualche bacio rapido ed affettuoso, sorridendo felici.
Ridendo di lui? Non poteva credere ai suoi occhi. Un brutto sogno dal quale pareva impossibile risvegliarsi. La sua storia, il suo futuro, diventava passo dopo passo un incubo. Nightmare, capitolo finale. Si fermarono infine a pochi metri dal luogo dove Jonas le aveva dato appuntamento. La vide sollevare velocemente il braccio sinistro, per controllare l’ora. Jonas fece altrettanto: le 19.20. Restavano pochi minuti al loro incontro.
La donna si guardò intorno, cercando preoccupata il volto di Jonas tra la folla, mentre l’uomo che era con lei si preparava ora ad allontanarsi, dopo un ultimo bacio. Jonas, lentamente e con fatica, percorse la distanza che lo separava da lei, dal suo sogno prematuramente infranto. Quando lo vide, l’impiegata di secondo livello gli sorrise, certo pregustando il regalo che lui le aveva velatamente anticipato.
“Ciao, Jonas, sei in anticipo. E… e la sorpresa?”
“La sorpresa, già, la sorpresa”
La baciò lievemente sulla guancia. Un bacio di addio alla sua nuova vita. Se ne andarono al cinema, e poi a cena. Come sempre.
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