Letteratura

in missione per conto dell’anima Lady stalker di Luca Serafini

22 Ottobre 2018

Lady stalker

La storia è quella vera di Betsy Stawnton, una vecchietta (nata negli anni 20 del secolo scorso) che vive a Talybont (Cardigan Bay) in Galles, un luogo tranquillo e turistico. Animato d’estate, vuoto in inverno. Le atmosfere sono quelle della costa inglese con un spiaggia ampia, la chiesa, le casette unifamigliari e il timore del mare.
Un paese di poche anime, in cui tutti sanno tutto di tutti, in cui regna quella patina conformista tipica di una certa provincia (che è uguale dappertutto) e in cui Betsy rispetta tutti i riti che coinvolgono le persone della sua età: il tè con le amiche, la messa la domenica, gli addobbi per la chiesa.
Betsy ha avuto un’infanzia difficile, è la prima di quattro fratelli rimasti orfani molto presto e cresciuti in un istituto con una disciplina durissima, al limite del sadismo, esercitata dalle suore (le pinguine). Betsy aveva. così, costruito il suo carattere sulle fondamenta dure e ruvide dell’infanzia senza genitori, aveva imparato presto a soffrire e fare di quella sofferenza una compagnia costante della sua vita.
Alla fine della guerra i quattro fratelli si persero di vista, con l’eccezione di Betsy che mantenne un legame con sua sorella Doreen. Le biografie, della protagonista, di sua sorella, di suo marito sono quelle di lavoratori che sono riusciti a emanciparsi dalla povertà grazie ai propri sforzi.
L’idea fissa di Betsy, sin da quando abbandonò l’orfanotrofio, è stata quella di riunire i suoi consanguinei, di avere una vera famiglia da mettere attorno a un tavolo, magari il giorno di Natale.
I contatti con Doreen erano radi, sinché, un giorno del 1999 ricevette la notizia che costei era gravemente malata. Betsy, in compagnia di un’amica, decise di partire immediatamente alla volta di Londra, dove scoprì che sua sorella, dopo una vita parca, solitaria e dedicata all’insegnamento, le aveva lasciato i suoi averi: 400.000 sterline, una cifra enorme.
Da quel momento, l’ottantenne decise che questa eredità – seppure il testamento la indicasse come unica beneficiaria – dovesse essere ripartita in parti uguali tra lei e gli altri due fratelli. Aveva sempre provato a cercarli, ma quell’inaspettata somma di denaro le diede un ulteriore impulso, di sua iniziativa decise di raccontare la sua incredibile storia a un giornale locale. Grazie a questa intervista e al moto di notizie che ne seguì, riuscì a risalire a una nipote (figlia della terza sorella che però fu adottata) e al fratello Wade, quest’ultimo, arcigno, reclamerà la metà dell’eredità e non quel terzo che, nell’idea di Betsy, gli sarebbe spettato.
Per fargli cambiare idea Betsy fece una serie di azioni eclatanti, in violazione della legge.
Si recò nel paese dove viveva il fratello e affisse, lei anziana e sotto la pioggia, dei volantini in cui ne condannava l’avidità; scrisse sul muro della casa dove Wade abitava con la figlia e i nipoti delle frasi ingiuriose, più una serie di altri atti che portarono alla denuncia nei suoi confronti.
Affrontò il giudizio e fu condannata per stalking, nonostante la difesa del suo fido avvocato.
Alla giustizia, che procede per linee rette (almeno quella britannica), non importava se le intenzioni erano buone, rimaneva il fatto che la vecchietta (qualcuno direbbe la vecchiaccia) turbò, con scientifica pervicacia e oltre ogni livello accettabile, la vita del fratello e della sua famiglia.

Leggere Lady stalker ci mette davanti all’intensità e alla densità della vita, una vita che può cambiare anche in età molto avanzata se c’è un ideale forte. Ci fa riflettere sui sentimenti umani, i migliori come l’affetto e la volontà di cercare il calore famigliare che non si è avuto, ma anche i più beceri, oscuri e profondi dell’avidità e della vendetta. Sentimenti veri e esagerati così come è vera questa storia che ci fa fare i conti con noi stessi, che ci spinge a schierarci con l’anima di Betsy o contro di lei e i suoi eccessi.

La scrittura è fitta e il libro risulta “molto scritto” (certo tutti i libri sono scritti) nel senso di una grande cura nella scelta delle parole, una geometrica scansione dei tempi, un senso di ineluttabilità della vita, tutto dipanato in una sintesi perfetta di fatti e personaggi.
A noi lettori, l’autore offre la possibilità di fornire sempre un verdetto, per poi metterlo in dubbio la riga successiva. Non ci fa mai capire, sino alla fine, se noi, attraverso l’ostinata gallese riusciremo, a redimerci oppure no.
Betsy oggi ha novantacinque anni è autosufficiente, vive da sola e forse è in pace con la sua anima.

PS Ogni riferimento ai Blues Brothers è puramente voluto.

Lady stalker
Luca Serafini
Edizioni Albatros
Euro 13,50 pp. 165

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