Letteratura

Il testamento letterario di Carlos Ruiz Zafòn

15 Febbraio 2025

La città di vapore è l’ultima opera di Carlos Ruiz Zafòn e rappresenta l’estremo saluto dell’autore ai suoi lettori. Il libro raccoglie i racconti di Zafòn tra cui tre inediti e altri precedentemente usciti su riviste o in edizioni non commerciali. Come spiega il curatore Emile de Rosiers Castellaine la pubblicazione di questi testi segue la specifica volontà dello scrittore e non vuole essere una semplice raccolta di racconti.

Nelle pagine de La città di vapore si viaggia in una Barcellona che attraverso i tempi – dal Medioevo alla fine del Novecento – si trasforma, si amplia, muta pelle ma allo stesso tempo conserva la sua natura, i suoi segreti e il suo dinamismo indolente. In ciascuna storia ci si immerge nell’atmosfera dilaniata della capitale catalana grazie alle vicende di prodigiosi architetti, medici decaduti, scrittori maledetti e nobili sicari.

Per i lettori di Zafòn sarà facile riconoscere i luoghi e i motivi della tetralogia del Cimitero dei Libri Dimenticati. Alcuni racconti sono evocati dalle memorie (mai accadute) di David Martìn e altri riecheggiano e sfiorano i personaggi della serie. Il migliore, e forse unico, aggettivo per qualificare questi testi è “zafoniano”: lo stile del maestro spagnolo infatti riunisce diversi generi e infiniti impulsi in un ordine raro che solo i grandi della letteratura sanno creare.

La città di vapore esce postuma in Spagna nel 2020 ed in Italia l’anno seguente nella traduzione di Bruno Arpaia edita da Mondadori, che già aveva pubblicato tutti i romanzi di Zafòn. Anche in questi racconti la penna dello scrittore ha dato vita a storie che, seppur fittizie, sono più vere della realtà, come solo i migliori romanzieri realisti hanno saputo fare. L’estro di Zafòn però è tale che non è possibile inserirlo comodamente in una categoria perché i suoi romanzi travalicano questi confini artificiali per entrare a pieno diritto nella Letteratura.

Una letteratura che è immersa in un mondo a metà tra il fantastico e la quotidianità barcellonese e insieme sospesa tra tragedia e commedia. Come scrive infatti Carlos Ruiz Zafòn in uno di questi racconti: “La commedia ci insegna che la vita non bisogna prenderla sul serio e la tragedia ci insegna cosa succede quando non diamo retta a ciò che la commedia ci insegna”.

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